Huawei è un marchio oramai noto ai più, uno dei pochi riusciti a scrollarsi di dosso il pregiudizio che inquadrava le aziende cinesi nel ruolo di semplici produttori di dispositivi economici ma mai effettivamente validi. Ribaltando le aspettative dei più scettici, il produttore di base a Shenzhen si è preso di diritto il posto fra i primi della classe nel ‘mobile’ e sembra puntare sempre più in alto, non solo per quanto riguarda le vendite, ma, più di recente, anche sul piano dell’innovazione. Il Mate 10 Pro è la nuova punta di diamante di Huawei, uno smartphone per chi non vuole rinunciare a nulla e che promette prestazioni di grande livello, anche grazie alla presenza di un processore ‘intelligente’ nuovo di pacca.
Già dalla prima impressione che si ha una volta estratto il Mate 10 Pro dalla scatola ci si rende conto di avere a che fare con un dispositivo di una certa caratura: Mate è la serie con la quale Huawei individua quei device che vanno oltre il semplice smartphone, caratterizzati da schermi di grandi dimensioni, processori ultraveloci e batterie adeguate. Come i concorrenti Samsung Galaxy Note o iPhone Plus, si tratta di smartphone (c’è chi li chiama anche phablet) adatti a utenti che non vogliono rinunciare a nulla, da usare come veri strumenti di lavoro oltre che di svago.
Il design del Mate 10 Pro è semplice e pulito: il frontale è completamente dominato dal grande schermo 18:9 da 6″, la banda superiore racchiude la capsula auricolare, il LED di notifica RGB, la fotocamera frontale ed il sensore di luminosità, mentre nella parte inferiore c’è giusto lo spazio per il logo Huawei. I bordi laterali sono praticamente inesistenti, larghi giusto quei pochi millimetri che permettono di impugnare lo smartphone senza interferire accidentalmente con lo schermo. L’effetto wow è indubbio, anche se non si può parlare ancora di un telefono ‘bezel-less’, ovvero privo di cornice. Indubbiamente si tratta di un telefono grande, anche se il rapporto schermo/superficie generoso e gli accorgimenti software ne permettono l’uso con una sola mano in maniera abbastanza agevole.
Il lato posteriore del Mate 10 Pro è più ‘movimentato’: completamente in vetro, materiale nobile ma delicato, scivoloso e decisamente incline alle ditate e ai graffi, mostra la doppia fotocamera marchiata Leica, il flash a LED ed il sensore laser, messi in evidenza da una fascia. Subito sotto a questa è presente un sensore per le impronte digitali di forma circolare. Da segnalare come gli obiettivi della fotocamera sporgano leggermente; anche qui, attenzione a non graffiarli se si è soliti poggiare lo smartphone sulla parte posteriore.
Per finire l’analisi esteriore, ecco cosa c’è sui bordi, realizzati con finitura in alluminio spazzolato: bilanciere per volume e tasto di accensione/ spegnimento sul lato destro, slot per le due nano-SIM (entrambe compatibili con reti 4G) sul lato sinstro, speaker stereo, microfono e ingresso USB-C in basso e sensore IR e microfono per la cancellazione del rumore in alto. Mancano tristemente all’appello lo slot per espandere lo storage tramite scheda di memoria e il jack per cuffie da 3.5mm. Huawei dichiara di aver rimosso quest’ultimo per rendere il Mate 10 Pro waterproof con certificazione IP67, dato che garantisce la resistenza all’acqua (indicativamente fino a 1m di profondità per un massimo di 30 minuti). Jack cuffie e microSD sono disponibili in effetti sul fratello minore del Mate 10 Pro, il Mate 10, anche se questo non ne giustifica la mancanza sul modello che dovrebbe essere indirizzato a chi vuole il massimo.
Per provare a farsi perdonare, Huawei fornisce a corredo del Mate 10 Pro sia un paio di auricolari USB-C sia un adattatore da USB-C a 3.5mm. In dotazione c’è anche una custodia in silicone, oltre all’alimentatore con il relativo cavo.
Due le colorazioni per Mate 10 Pro per il mercato italiano: Midnight Blue e Titanium Black.
Accendiamo il Mate 10 Pro ed eccoci subito travolti dai colori accesi dell’interfaccia EMUI basata su Android 8.0 Oreo. Lo schermo è OLED e nonostante la risoluzione sia ‘solo’ 2160×1080, inferiore rispetto allo stato dell’arte della categoria, non possiamo comunque lamentarci per quanto riguarda la definizione, la profondità del nero e la riproduzione cromatica: lo schermo è ben visibile anche in condizioni di luce piena e mostra i suoi limiti solamente nel caso si cerchi di guardarlo da angolazioni ‘estreme’.
Il display è teoricamente compatible con l’HDR, anche se al momento del test le App di YouTube e Netflix ancora non erano aggiornate per il supporto della funzione. Come da tradizione Huawei sono poi diverse le possibilità di calibrazione e regolazione del colore; degna di nota anche la presenza di una funzione che permette di mostrare, a telefono bloccato, orologio e stato di carica della batteria con un consumo minimo di quest’ultima, sfruttando le caratteristiche intrinseche dell’OLED.
Lo smartphone del futuro?
Il sistema operativo EMUI si aggiorna in concomitanza con Android, che arriva alla versione 8.0 Oreo: tante le novità per l’OS di Google, dall’avvio del sistema più rapido rispetto al passato alle funzioni intelligenti per il riempimento automatico dei moduli, passando per una migliore gestione del multitasking, il nuovo sistema di notifiche e l’aggiunta di oltre 60 Emoji. C’è un po’ di tutto, anche se ormai, come un po’ in generale per il settore degli smartphone, si va avanti per piccoli passi.
Anche Huawei con EMUI dal canto suo evolve ma non rivoluziona: l’interfaccia è fluida e svolge il suo dovere ma è ancora un po’ confusa in particolare nella struttura dei menu delle molte impostazioni, e non è a nostro avviso abbastanza accattivante sul piano del look, comunque personalizzabile con semplicità. In compenso non ci sono troppe App indesiderate preinstallate e le funzioni split screen/multi window con le App che le supportano sono decisamente comode. Merita una menzione poi la modalità desktop, che permette l’uso del Mate 10 Pro su monitor HDMI con un adattatore da USB-C a HDMI: basta aggiungere tastiera e mouse wireless e si è pronti per lavorare – quasi – come su un computer, senza dover comprare docking station proprietarie (vedi quanto accade con Samsung).
Tutto questo è permesso da quella che è la novità più esclusiva di Huawei Mate 10 Pro, il nuovo processore Kirin 970, un ‘mostro’ a otto core con GPU da 12 core costruito con processo a 10nm che racchiude in uno spazio di un centimetro quadrato 5.5 miliardi di transistor. La novità principale del Kirin 970 non sta però nella velocità o nell’efficienza energetica, bensì risiede nell’intelligenza artificiale o meglio nell’NPU (Neural Processing Unit), un’unità non dissimile da quanto Apple ha montato sui nuovi modelli di iPhone. Processori in grado di eseguire calcoli di questo genere sono, almeno stando a quanto dichiarano i produttori di chip, the next big thing: senza entrare troppo nel tecnico, diciamo che in sostanza permettono di eseguire in locale funzioni che prima era necessario inviare a server cloud, risparmiando così dati ed energia e aumentando contemporaneamente la privacy. Queste funzioni al momento sono principalmente quelle che hanno a che vedere con la catalogazione ed il confronto di immagini (esempio banale, il riconoscimento del tipo di foto scattate e la conseguente applicazione di filtri) o di audio e testo (basta guardare l’App di traduzione in realtime preinstallata sul Mate 10 Pro realizzata in collaborazione con Microsoft, che per il testo funziona anche offline e pure decisamente bene).
Si tratta di una tecnologia nuova e complessa e per adesso poco più che marketing, ma è indubbio che le istruzioni ‘neurali’ siano uno dei componenti da tenere d’occhio per il futuro del computing.
Con un processore che è al top nel riconoscimento delle scene e degli oggetti, un doppio sensore RGB da 12 MP e B/W da 20 MP, l’autofocus laser, il flash LED dual-tone e le ottiche Leica f/1.6 con stabilizzatore ottico/digitale è ovvio che le attese per la sezione fotocamera siano alle stelle.
Sei simpatic… App
L’App fotocamera di Huawei ci è sempre piaciuta per la grafica senza fronzoli: in ‘auto’ il riconoscimento delle scene è praticamente istantaneo, il modo Pro permette di impostare tempi, AF, ISO e bilanciamento del bianco in manuale e di scattare in RAW e ci sono inoltre tante opzioni utili e divertenti, dall’HDR a quello ad ampia apertura con possibilità di modifica della profondità di campo dopo lo scatto. Le immagini sono ottime, con un grado di dettaglio elevato e gamma dinamica buona anche in condizioni di contrasto difficile. Prive di rumore, per quanto possibile, anche le immagini scattate in condizioni di luce scarsa. Buono anche l’autofocus, sufficientemente rapido e preciso. A voler trovare un difetto segnaliamo una lievissima tendenza a saturare e comprimere le sfumature dei colori, facendo risultare ad esempio il blu del cielo – nei casi limite – un po’ a ‘blocchetti’. Siamo comunque in presenza di una fotocamera in grado di competere ad armi pari con tutti i migliori smartphone sul mercato. Sul piano video va un pelo peggio pur rimanendo comunque su livelli più che discreti: si può riprendere in 4K a 30p o 1080 60p e le opzioni manuali permettono di scegliere AF (continuo, singolo o manuale) bilanciamento del bianco e correzione EV. I video sono fluidi, l’autofocus va in crisi raramente e la definizione è buona, ma nelle condizioni più critiche i cambi di esposizione sono un po’ bruschi e lo stabilizzatore non sembra reggere il confronto con i top.
Finiamo la recensione con due parole sulla sezione telefono, decisamente ottima sia per la qualità dell’audio che per la copertura del segnale (da citare il supporto per il nuovissimo LTE Cat18D), e sulla durata della batteria. Questa è accreditata di 4.000mAh e permette tranquillamente di raggiungere due giornate di uso moderato, anche grazie al processore neurale che ottimizza automaticamente il sistema operativo in base alle abitudini dell’utente. La funzione SuperCharge permette inoltre di ricaricare lo smartphone dall’1 al 20% in 10 minuti o al 58% in 30 minuti, decisamente utile per chi lavora con lo smartphone.
Con un prezzo di 849 euro (e con il preordine è possibile ricevere in omaggio lo Smart Writing Set di Moleskine) Huawei Mate 10 Pro si pone come alternativa leggermente più economica rispetto ai soliti due-tre top di gamma della concorrenza ai quali ha però ben poco da invidiare; al di là del marketing ‘neurale’ e delle ingiustificate superstizioni sul ‘made in China’, ecco uno smartphone da tenere seriamente in considerazione per chi cerca il massimo.