Da tempo attesa dagli appassionati più attenti ed informati, e con non poche aspettative, quella degli OLED si è rivelata una tecnologia non semplice da mettere a punto per la realizzazione di grandi schermi TV prodotti su vasta scala. La diffusione massiccia dei TV LCD non ha poi aiutato la situazione, specie con l’arrivo dei modelli a illuminazione LED, semplici ed economici da realizzare. Non è un caso che praticamente tutti i principali produttori di TV LCD/LED hanno interrotto, se mai avviati, gli investimenti in ambito grandi schermi OLED.
Alla fine oggi è praticamente solo LG a produrre display OLED, che utilizza sia per la produzione diretta di TV che soprattutto per fornire display OLED OEM ad altri costruttori.
Sony, già impegnata sul fronte degli OLED professionali, ha ora giudicato la tecnologia pronta a raggiungere il mondo consumer, con i necessari requisiti di qualità tipici di un TV della serie Bravia. Il risultato è il display A1, proposto al momento nelle versioni da 55 e 65 pollici di diagonale, che proviamo in queste pagine.
Tutto schermo, o quasi
Come sempre, quando Sony decide di abbracciare una tecnologia lo fa con sofisticata eleganza. In questo caso ha riservato per il KD-55A1 non solo l’integrazione delle migliori tecniche proprietarie di elaborazione di immagine, il vero cuore di un TV, ma anche l’impiego di scelte decisamente innovative che rendono il prodotto al momento unico nel suo genere.
Per iniziare, non può non colpire a prima vista il design. Pur trattandosi di un modello da tavolo, la base in questo A1 semplicemente… non c’è. La scelta di Sony è caduta su una costruzione a “porta fotografie”, con il piedistallo sostituito da un supporto posteriore angolato che permette di posizionare il TV direttamente sul tavolo senza rubare spazio in altezza. Oltre a rendere meno ingombrante il tutto, il risultato è che il TV una volta appoggiato sul tavolo rimane leggermente angolato, in una posizione originale che non influenza minimamente la qualità di visione e nel complesso conferisce un aspetto nuovo. Ovviamente il supporto può essere avvicinato al pannello posteriore per permettere il montaggio a parete con apposite staffe: in questo caso lo spessore aggiunto porta il TV ad avanzare leggermente dal muro, con un risultato anche in questo caso originale e fluttuante. I classici due piccioni…
Anche la cornice è praticamente sparita, al punto che non c’è nemmeno spazio per il logo retroilluminato Sony, sostituito da una piccola serigrafia con lo storico marchio giapponese posizionato elegantemente in un angolo. Ma non disperate: la luce LED centrale ad indicare l’accensione dell’apparecchio è comunque rimasta, puntata ora verso il basso ad illuminare il tavolo.
E non è finita… il nuovo A1 è anche incredibilmente sottile, meno di un centimetro (per l’esattezza, 7,8 millimetri). Questo, escludendo il supporto posteriore: nel montaggio a parete lo spessore è di poco meno di 9 centimetri, mentre posizionato sul tavolo occupa circa 34 centimetri.
Ma lo schermo è veramente minimalista. Ci è venuto subito un sospetto: che fine hanno fatto gli altoparlanti? Semplicemente… non ci sono. Ed ecco l’altra novità dell’A1.
Gli altoparlanti sono stati sostituiti dalla tecnologia Acoustic Surface, che trasforma in diffusore (stereo) lo schermo del TV mediante appositi attuatori montati nel pannello posteriore, e aiutati da un “subwoofer” integrato nel supporto per generare la gamma bassa (in modo più tradizionale).
Ma torneremo più avanti su questo aspetto innovativo.
A questo punto la curiosità era troppa ed altre sorprese di design sarebbero passate in secondo piano: è alla qualità di immagine che siamo interessati!
Questa è dinamica
Tarare un TV OLED ricorda molto più da vicino le soddisfazioni che davano le TV al plasma e prima ancora i tubi catodici. Non si tratta di malinconia, ma della riscoperta del nero!
Questo “colore” di fatto mancante dalle TV LCD (e recuperato con stratagemmi e trucchi di ogni genere), è in realtà l’ingrediente principale di un’immagine spettacolare. La purezza del nero influenza la profondità e ricchezza dei colori, rende le immagini realmente dinamiche, offre un’esperienza cinematografica, coinvolge e cattura lo sguardo. Ed il nero è il “colore” principale di un TV OLED, sul quale vengono prodotti gli altri fino al bianco. È esattamente il contrario rispetto ad un TV LCD, dove si parte dal bianco e si va via via a sottrarre, per arrivare al nero di fatto mai perfetto.
Questo è il vantaggio più importante di una tecnologia di visualizzazione a matrice attiva, come quella degli OLED, rispetto all’ormai tradizionale LCD.
Naturalmente nulla è perfetto e questo vantaggio è accompagnato da una maggiore difficoltà a salire con la luminosità (lo sforzo ora infatti è concentrato nel produrre la luce, non nel filtrarla), e nel farlo in modo consistente in tutta la gamma cromatica. Con l’arrivo dell’HDR, che prevede proprio di potenziare il picco di luminosità dello schermo, le difficoltà per i display OLED sono state addirittura aumentate.
Come si comporta l’A1? La risposta, al termine dei test e di un bel po’ di ore di visione, è decisamente positiva. Le promesse sono mantenute e l’HDR gode di tutti i vantaggi di questa tecnologia! La luminosità massima è in effetti inferiore rispetto agli LCD più potenti, ma questo è ininfluente sulla qualità dell’HDR che anzi si fonda sul nero perfetto per offrire una dinamica incredibile. I problemi legati alla relativa gioventù della tecnologia HDR al momento a nostro avviso sono altri e slegati dalle caratteristiche dell’OLED.
Come al solito prima di procedere con la visione di materiale di prova abbiamo messo a punto l’A1 utilizzando tutti gli strumenti disponibili. Le impostazioni di fabbrica dipendono molto dalla modalità impostata ma generalmente tengono a massimizzare la luminosità, eccedendo nel contrasto a danno della scala di grigi. Solo in modalità Cinema Pro e Cinema Home la riproduzione cromatica è sufficientemente corretta, dato che negli altri casi si assiste ad una riproduzione troppo fredda ed orientata ad aumentare artificialmente la brillantezza.
Regolando opportunamente il punto del bianco e del nero, l’A1 in SDR produce una scala dei grigi molto lineare, con i livelli ben distinguibili fino al massimo della scala (ad essere pignoli la separazione fra gli ultimi due livelli del bianco è minima ma questo è ininfluente nella visione). Sempre al fine di mantenere corretta la riproduzione e la scala dei grigi va disattivata la funzione Smooth Gradation che peggiora sensibilmente la linearità, ed anche Live Color che tende a virare i colori in modo eccessivo per allargare artificialmente il gamut.
Differentemente da altri modelli top di gamma dell’azienda, qui non è possibile calibrare le componenti RGB, e quindi eventuali deviazioni non possono essere corrette. Nel complesso comunque la riproduzione è naturale, il TV seleziona automaticamente lo spazio colore, fra sRGB, DCI, AdobeRGB e Rec.2020, e riesce a coprire la quasi totalità dello spazio colore DCI (P3) ben sfruttando le caratteristiche del materiale UHD.
Quello che da sempre colpisce maggiormente dei TV Sony è la naturalezza nella riproduzione dei dettagli. Con materiale HD l’upscaling preserva in modo eccellente la qualità del segnale originale, senza introdurre artefatti troppo spesso visibili in TV UHD di altri costruttori. Le immagini non acquisiscono certo quella “profondità” permessa dal materiale nativo 4K, ma è solo la leggera “morbidezza” che tradisce la visione di contenuti Full HD, purché ovviamente di buona qualità. Il lavoro fatto dal processore X1 Extreme è sotto questo profilo ottimo.
Giocando con le impostazioni di Sharpness e Reality Creation si può lavorare sulla definizione apparente per soddisfare al meglio il gusto personale: a patto di non eccedere con il controllo di nitidezza, il risultato è sempre buono.
Per la gestione del contrasto è presente al solito la funzione Advanced Contrast Enhancer, che consigliamo di disabilitare, mentre bisogna concentrarsi su Xtended Dynamic Range, la modalità che controlla il comportamento della dinamica estesa. Questa è operativa sia con materiale SDR che HDR, controlla il picco di luminosità raggiungibile e conseguentemente la mappatura dei livelli HDR nella scala dinamica, ma anche la rimappatura dei livelli dall’SDR.
Impostando la modalità High il TV può lavorare fino al suo picco massimo, che comunque viene ridotto (di circa un 30%) quando si seleziona anche Cinema Pro, sacrificando in parte la brillantezza a vantaggio di una migliore calibrazione cromatica. Poco male, però: la riproduzione perfetta del nero permette di gestire un contrasto virtualmente infinito, cosa impossibile con i TV LCD che possono raggiungere un picco di luminosità superiore ma non sono in grado di offrire un rapporto di contrasto così elevato.
Utilizzando materiale SDR, ovvero SD o Full HD tradizionale, la funzione Xtended Dynamic Range riesce a rendere le immagini brillanti e dinamiche, ed anche impostata in modalità High mantiene corretta la riproduzione della scala dei grigi senza bruciare i dettagli nel bianco ed assicurando una corretta riproduzione delle sfumature più scure. Abbiamo comunque preferito l’impostazione Medium che offre una riproduzione meno “esagerata” sotto il profilo dell’espansione dinamica.
In 4K HDR, XDR va impostata su Medium o High per gestire accuratamente le caratteristiche superiori di questa tecnologia, mettendo in risalto tutti i dettagli nelle luci e nelle ombre.
Il buio oltre la siepe
Nella visione al buio la qualità delle immagini HDR è impressionante. L’ottima brillantezza dell’A1 unita soprattutto alla straordinaria profondità dei neri rende la visione emozionante.
Il picco di luminosità è inferiore rispetto ai più recenti LCD HDR, ma questo risulta del tutto irrilevante nella visione al buio o in penombra ed anzi la dinamica è evidentemente migliore in tutte le circostanze, e senza gli aloni del direct LED local dimming.
Altre importanti differenze nelle prestazioni degli OLED rispetto agli LCD possono essere rilevate nella risoluzione con immagini in movimento e nella gestione delle stesse. Il tempo di risposta degli OLED è nettamente inferiore rispetto a quello degli LCD (circa 0,01 ms contro 1 ms dei migliori LCD), eliminando completamente l’effetto di persistenza. Questo ha il vantaggio di rendere la riproduzione molto più accurata, eliminare alla fonte qualsiasi rischio di effetto scia e migliorare la risoluzione con immagini in movimento. Di contro può aumentare il rischio di sfarfallìo e rendere le immagini più “scattose”, specie in riproduzione 24p: paradossalmente in questi casi il vantaggio schiacciante degli OLED negli LCD può trasformarsi in un peggioramento della sensazione di fluidità delle immagini.
Nel KD-55A1 queste caratteristiche si riflettono in modo differente nelle immagini dipendentemente dal tipo di contenuto e dalla modalità selezionata. Con segnali 50/60 Hz la qualità della riproduzione dei movimenti è eccellente. Le immagini sono fluide e naturali ed il dettaglio elevato. Anche con immagini completamente bianche non sono visibili sfarfallii. Di contro passando a segnali 24p la risoluzione rimane elevatissima così come la riproduzione accurata delle immagini in movimento ma fa la sua comparsa una percettibile scattosità, già riscontrabile negli LCD ma in misura inferiore. Attivando il MotionFlow in modalità TrueCinema, tra l’altro, si assiste proprio alla comparsa di un vero e proprio effetto stroboscopico, da evitare accuratamente. L’alternativa migliore per eliminare la scattosità in 24p è quella di attivare il MotionFlow ed il motion compensation, agendo sul parametro Smoothness: questo, se impostato ad un valore basso (1 o 2), rende le immagini meno scattose senza introdurre quell’effetto “soap” da noi (e da molti) tanto ripudiato.
Nel complesso possiamo dire che la qualità della riproduzione di questo A1 convince in modo sostanziale più dei migliori LCD in commercio sotto il profilo del contrasto, la dinamica e la riproduzione cromatica. Le immagini sono meno brillanti degli LCD HDR più luminosi, ma questo non viene minimamente a sfavore della qualità dell’HDR. Il livello di dettaglio è del tutto confrontabile a quello degli LCD top di gamma, con una riproduzione sia di immagini fisse che in movimento virtualmente analoga. L’effetto stroboscopico o di scattosità in 24p è più evidente e costringe in questo A1, in mancanza di altre funzioni, ad agire sulla motion compensation.
Schermo acustico
In questo primo OLED Sony lo schermo ‘è’ anche il diffusore acustico. Questo in sintesi il cuore della tecnologia Acoustic Surface che l’azienda ha scelto di implementare sfruttando le diverse caratteristiche realizzative degli schermi OLED. Se i TV LCD/LED, infatti, prevedono numerosi strati per comporre lo schermo, fra la matrice LCD, la (o le) guida d’onda luminosa ed i LED posteriori (quando previsti), tutto questo in un TV OLED, scompare, grazie alla presenza di una matrice attiva.
Tale situazione permette di implementare la tecnica Acoustic Surface che prevede di collocare due attuatori nella parte posteriore dello schermo che, dipendentemente dal segnale audio da riprodurre, “vibrano” e trasmettono le vibrazioni allo schermo che le amplifica, trasformandole in suoni che arrivano direttamente allo spettatore senza necessità di installare altoparlanti.
Il rischio di un simile approccio è intuitivo: le vibrazioni potrebbero compromettere la qualità delle immagini, motivo per cui sarebbe molto difficile da implementare questa tecnica in un LCD, per via della sua struttura a “wafer”. Ma l’implementazione Sony nell’A1 è praticamente perfetta: nel test non abbiamo notato alcun tipo di problema, anche perché la tecnologia è dedicata alla riproduzione della gamma media ed alta, corrispondente a vibrazioni di frequenze alte a minor rischio di interferenze nella visione. La gamma medio bassa è invece affidata ad un woofer da 8 cm autonomo.
Il risultato è un suono aperto, lontano dal suono sacrificato dei più compatti TV LCD/LED. Una invenzione furba, elegante ed efficace. Ovviamente non fraintendete l’entusiasmo: tutto va rapportato alle aspettative per il suono di un TV e rimane il nostro suggerimento di sempre… affiancare questo bel TV ad un impianto home theater come si deve, per rendere giustizia alle fantastiche immagini riprodotte.
Funzioni al top
La dotazione funzionale l’A1 è completa. 4 ingressi HDMI tutti con HDCP2.2 ed uno con funzioni ARC, 3 connettori USB di cui uno di tipo 3.0 e con supporto HDD Rec, uscita digitale ottica, tuner DVB-T2/S2.
La connettività è disponibile sia di tipo fisico mediante porta Ethernet, che wireless grazie al WiFi integrato con supporto fino alla versione dual band ac (2.4/5 GHz), ed è infine presente anche il Bluetooth.
Come tutti i modelli Sony di quest’anno il sistema operativo è Android, per il quale valgono considerazioni del tutto analoghe a quelle riportate per il KD-55XE93 provato nello scorso numero, compresi i dubbi che ancora abbiamo verso questa soluzione che ancora offre pochi vantaggi univoci (il più interessante è il “Chromecast” integrato), poche app native per la versione TV e qualche problema poco sopportabile in un TV (come freeze quando si sottopone il sistema a troppi stress).
Va detto che, a differenza del test dell’XD93, in questo caso non ci siamo trovati di fronte a crash del sistema operativo, ma sappiamo che questo è piuttosto aleatorio.
Il telecomando a corredo è semplice ma funzionale, e permette anche di accedere al controllo vocale, basato sempre sulla tecnologia Google Android, con cui cercare contenuti su internet, youtube su app compatibili e così via. La navigazione nel menu di impostazione così come nel sistema Smart si gestisce mediante i tasti centrali disposti circolarmente, sulle cui funzioni è necessario abituarsi. Il tasto Action, ad esempio, attiva un menu contestuale che permette l’accesso ad alcune funzionalità, mentre Home ci porta alla schermata principale del sistema Smart, e così via.
Il risveglio della forza
Con il KD-55A1 Sony entra (o meglio… torna, visto l’esperimento di quasi 10 anni fa della piccola TV XEL-1 da appena 11”) nel mondo delle OLED TV.
E lo fa come sempre con classe ed offrendo soluzioni uniche ed originali. Un plauso al design del nuovo apparecchio, innovativo ed elegante, che offre una qualità di immagine veramente elevata. Purezza dei neri e precisione delle immagini, che siano native 4K o ricampionate, permettono da subito di godere al meglio i vantaggi di questa tecnologia da tempo attesa. Certo, il prezzo è molto alto (considerate le proposte LCD/LED anche attorno ai 1000 euro per TV 4K da 55”). Ovviamente si paga la novità tecnologica tout court, ma anche il livello superiore della proposta Sony, corredata di tutte le funzioni possibili per il top di gamma.