Smartphone Android Huawei MATE 9 (MHA-L29)

Test estratto da: Digitale 111 – Febbraio 2017
Smartphone Android
Huawei
Mate 9 (MHA-L29
– Prezzo: € 749,00
Con 5,9’ di display e una dotazione hardware di altissimo livello,
il Mate 9 di Huawei si candida come uno strumento di lavoro,
ma anche di gioco, al top. Un osso duro per combattere contro i Note e gli iPhone Plus
Huawei Mate 9

Huawei continua la scalata del mercato degli smartphone di fascia alta. Dopo il successo del P9, provato negli scorsi numeri, l’azienda cinese alza l’asticella introducendo un nuovo dispositivo top di gamma che si contraddistingue per caratteristiche di grande rilievo sotto il profilo hardware.
Con uno schermo da 5.9” viene da chiedersi se il Mate 9 possa essere considerato uno smartphone o inserito più propriamente nella categoria dei phablet. Chiaro che le definizioni non sono fondamentali, anche se permettono di associare il prodotto ad una serie di caratteristiche attese.
A nostro avviso, dopo un lungo periodo d’uso, il Mate 9 va considerato, utilizzato e gestito tranquillamente come uno smartphone (e non a caso non è previsto il pennino come nei Samsung Note, ad esempio).  Le dimensioni generose sono da phablet, ovvio, e richiedono una mano non di piccole dimensioni per un impiego agevole (quindi meno indicato per l’utenza femminile, ad esempio), ma la pressoché completa eliminazione della cornice laterale ha permesso a Huawei di contenere le dimensioni in modo importante. Per dare un’idea, il Mate 9 è praticamente sovrapponibile ad un iPhone 7 Plus, ma che il dispositivo Apple monta un display da “soli” 5.5”.
Una simile compattezza viene a prezzo ovviamente di alcune scelte coraggiose per uno smartphone di queste dimensioni. L’eliminazione totale della cornice unita ad una larghezza comunque importante del dispositivo, ad esempio, aumenta il rischio di “touch” indesiderati soprattutto nell’uso con una sola mano. Huawei sostiene di avere sviluppato degli appositi algoritmi che intercettano queste situazioni e le prevengono, riducendo le conseguenze negative per l’utilizzabilità. Vedremo più avanti come ci siamo trovati.

Design Top Class

Il Mate 9 è stato annunciato in due versioni poi diventate tre. Una classica, oggetto della prova, una di “lusso” Porsche Design, dal prezzo di fatto raddoppiato, schermo curvo edge da 5.5” con risoluzione da 1440×2560 pixel (anziché FHD), leggermente più compatto del modello standard, e poi la versione Pro, simile a quella Porsche ma dal prezzo più terreno. Torneremo sulle caratteristiche di queste varianti in altre occasioni.
Lo chassis del Mate 9 è realizzato quasi interamente in alluminio, “leggero” e ben rifinito. In effetti la superficie è molto liscia, in particolare ai bordi e nel pannello posteriore: questo, unito alle dimensioni generose, riduce la solidità della presa aumentando il rischio di cadute accidentali che potrebbero comportare importanti danni estetici nonostante la buona robustezza del dispositivo. Non è un caso che nella confezione del Mate 9 troviamo anche un guscio di protezione in plastica rigida e trasparente, molto sottile ed orientato prevalentemente a proteggere i quattro angoli dello smartphone dagli urti, ed il pannello posteriore dai graffi, più che l’apparecchio dalle cadute. Il guscio non contribuisce in modo sostanziale allo spessore e non aggiunge assolutamente nulla alla larghezza del Mate 9, di fatto non intaccando l’ergonomia né rovinando l’estetica.
Sempre dalla fabbrica il Mate 9 ci è arrivato con una pellicola protettiva sullo schermo già installata: questo è tipo Gorilla Glass 3 (come annunciato sul sito della Corning), quindi con protezione nativa contro i graffi ma non resistente agli urti come le versioni superiori.
Il display è di tipo IPS, molto luminoso, ma al contempo impostabile per una luminosità minima assai bassa, abbastanza confortevole per la visione al buio.
Nella parte posteriore troviamo un importante blocco fotocamera, che eredita l’impostazione a due sensori del P9, utilizzati però in modo differente, ed incorpora un sensibilissimo e preciso sensore per impronte digitali.
Per via del grande display e della presenza di una generosa batteria da ben 4000 mAh, il Mate 9 non pesa poco e raggiunge quasi i 200 grammi (190 per l’esattezza): la differenza rispetto ad uno smartphone più tradizionale ed economico si sente con il passare del tempo, con l’utilizzo, il peso nella giacca e così via.

Potenza da vendere

La vera forza di questo smartphone è all’interno. Tutto ruota attorno ad un processore Kirin 960 Octa-Core (4×2.4 GHz + 4×1.8 GHz), fra i più potenti sul mercato. Anche la GPU è octacore: si tratta del processore Mali G71, importante vista la compatibilità con Vulkan in sostituzione di Open GL, e con Google VR e Daydream, sebbene la risoluzione “solo” Full HD non sia il top viste le dimensioni del display.
La memoria integrata offre 4 GB di capacità con velocità (LP) DDR4.
Huawei dichiara anche di avere implementato un software di Machine Learning per permettere al Mate 9 di rimanere veloce con il passare degli aggiornamenti software, l’aggiunta delle app ed il riempimento della memoria, nonché di imparare dall’utente il tipo di necessità, le app più utilizzate e così via. Purtroppo solo con il tempo potremo confermare la reale resistenza al bombardamento di aggiornamenti delle app e dei sistemi Android. Per il momento possiamo solo constatare una velocità elevatissima in risposta ai comandi, lo switch fra le app, i giochi. Utilizzare il Mate 9 è un piacere sotto questo profilo e le attese cui ci hanno obbligato gli smartphone delle prime generazioni sono un lontano ricordo.
A questo contribuisce anche un livello software decisamente migliorato rispetto allo stesso P9 rilasciato appena 8 mesi fa. Il Mate 9 arriva infatti con il sistema operativo Android 7.0 già caricato ed a questo si sovrappone l’interfaccia proprietaria Huawei EMUI giunta alla release 5, che ci ha convinto decisamente più della versione trovata nel P9 (aggiornabile comunque). Ancora preferiamo l’aspetto Android nativo, ma EMUI ha fatto dei passi avanti.
Innanzitutto è ora possibile impostare il sistema per la gestione delle app mediante il “drawer”, anziché essere costretti a lasciarle tutte nelle schermate principali, approccio ereditato dalla filosofia iOS Apple e del tutto sconveniente ad avviso di chi scrive. EMUI 5 permette di scegliere fra le due modalità, con o senza drawer (quest’ultima paradossalmente chiamata “standard” da Huawei), di fatto accontentando tutti. Le app aggiunte da Huawei non sono troppo invasive ed in parte eliminabili. Phone Manager è piuttosto ben fatta e sostituisce i vari “cleaner” di dubbia utilità scaricabili dal Play Store.
Fra le tante sono presenti una app “Health” che per default conta i passi, gli scalini e stima le calorie bruciate, cercando di sostituire un braccialetto “fit”, e WPS office, un’ottima app per la lettura dei documenti.
Le possibilità di personalizzazione delle funzioni sono molteplici, come del resto ci abituano gli smartphone Android di fascia alta.

Ricco di opzioni

La pagina delle “scorciatoie” visualizzabile scoprendo il menu superiore ha spazio per decine di comandi rendendo minima la necessità di accedere al menu impostazioni: basta selezionare correttamente i controlli veloci.
La versione del Mate 9 che abbiamo provato era Dual SIM, dove la seconda SIM viene alloggiata al posto della microSD di espansione: una scelta condivisa da vari costruttori. Considerato che la capacità integrata è di ben 64 GB, chi opterà per l’impiego Dual non dovrebbe avere particolari problemi legati alla impossibilità di espandere la memoria. Il menu consente di gestire le due SIM selezionando quale usare per i dati e quale per la voce per default. È anche possibile, attivando l’opzione apposita, sdoppiare alcuni programmi supportati per utilizzare due account. Al momento questo è possibile con Facebook e Whatsapp: le app relative vengono installate due volte, in partizioni indipendenti, ed i relativi account si comportano come se installati in telefoni diversi.
È possibile gestire la barra delle notifiche in modo piuttosto esteso, attivare una serie di funzioni di smart assistance come il motion control (ad esempio capovolgere il telefono ammutolisce il microfono, oppure quando si prende in mano il telefono mentre squilla si riduce il volume della suoneria o si risponde automaticamente) ed attivare i controlli touch mediante le nocche: con due colpetti si effettua uno screenshot, o trascinando con la nocca si attiva lo smart screenshot per catturare solo una porzione dello schermo e così via.
E veniamo al lettore di impronte digitali. L’unità è installata come nel P9 nel pannello posteriore, subito sotto il blocco fotocamera. È sensibilissima e precisissima: basta sfiorarla con il dito giusto ed automaticamente avviene il riconoscimento con una precisione nettamente superiore rispetto a molti altri smartphone che abbiamo avuto occasione di utilizzare.
Questo controllo può essere impiegato sia per funzioni di sicurezza che per funzioni accessorie. Nel primo caso avviene il riconoscimento dell’impronta registrata (se ne possono memorizzare 5) con cui sbloccare il telefono, le app protette, criptare foto e file.  Le altre funzioni non sono associate al riconoscimento dell’impronta: in questo caso il sensore si comporta come un piccolo tab posteriore con cui attivare lo scatto fotografico, rispondere alla chiamata, interrompere la sveglia, scorrere fra le fotografie della gallery.
Il sensore è talmente sensibile nel riconoscimento dell’impronta che, se si attiva la funzione di sblocco del display, bisogna abituarsi a non toccarlo quando si maneggia il telefono, lo si mette in tasca e così via, altrimenti il display si sblocca subito e si rischiano touch indesiderati. Se non ci si abitua… si può disabilitare la funzione ed il problema è risolto.
Per quanto riguarda la connettività, inutile dirlo: il Mate 9 è un comunicatore pressoché universale. Per le reti mobili è in grado di accedere ai servizi GSM/2G, 3G, 3G HSPA (o 3G+), 4G/LTE, 4G LTE Advanced (4G+) con velocità massima di 600 Mbps in download e 150 Mbps in upload, con reti compatibili (con Carrier Aggregation su 3 leg al momento non disponibile da nessun operatore italiano, ma prevista per il futuro). Anche a livello di bande la dotazione è massima con il supporto di tutte le possibili frequenze del 2G e 3G e ben 20 bande LTE a garanzia di un impiego universale nei diversi paesi del mondo. È presente il Bluetooth con profilo 4.2, ed il WiFi fino alla versione ac dual band 2.4/5 GHz. Segnaliamo anche la compatibilità con la tecnologia VoLTE con cui sarà possibile effettuare telefonate anche attraverso la rete 4G (altrimenti solo dati), funzione che tutti gli operatori stanno gradualmente introducendo nel nostro mercato e che, tra gli altri, ha il vantaggio di offrire una qualità della fonia nettamente superiore (non a caso alcuni la chiamano HD voice).
Il Mate 9 è anche provvisto di sensore IR, naturalmente è presente il GPS, l’accelerometro ed il giroscopio, la bussola ed i sensori di prossimità e luce con cui controllare tutti i tipi di app e giochi.
Il display è molto luminoso. È possibile abilitare la luminosità adattativa che tende a rispondere in modo molto rapido ai cambiamenti nell’ambiente, ed in più offre l’opzione “eye comfort” per rendere più calda l’immagine. Come alcuni studi dimostrano, la luce fredda degli smartphone può infatti compromettere o infastidire il ciclo del sonno. Il Mate 9 può essere impostato per attivare l’eye comfort in certi orari del giorno automaticamente, ad esempio quando si avvicina il momento di andare a dormire…
In ogni caso, però, la temperatura di colore normale dello schermo può essere modificata a piacimento in modo permanente, selezionando il punto colore nell’apposita palette. Flessibilità massima!
Il touch screen si comporta in generale piuttosto bene e risponde velocemente ai comandi, anche se abbiamo notato una sensibilità non elevatissima soprattutto quando si prova a toccare aree di dimensioni molto piccole. Cosa che può capitare nell’uso di alcuni giochi, ma anche nell’editing dei testi.
A questo proposito abbiamo notato invece una notevole precisione invece della risposta degli algoritmi di riconoscimento locale. È vero che il sistema si avvale dell’intelligenza in rete dei sistemi Google, ma è pur vero che con il Mate 9 tutto appare più fluido e si riescono ad utilizzare con successo le funzioni basate sul classico comando “OK Google”.
Va fatta attenzione alla sensibilità del sistema, impostata per essere piuttosto elevata: spesso basta pronunciare un “OK” che il telefono si risveglia e si prepara ad un comando (deve essere in carica oppure senza lo screen lock attivato, come da classica impostazione Android).
Sul fronte operativo segnaliamo un’ultima particolarità di questo Mate 9, data dal sistema di carica veloce.
Lo smartphone infatti è compatibile con alimentatori da 5 V fino a 4.5A, come quello in dotazione che permette di raggiungere il 90% di carica circa in un’ora. Ed è pochissimo considerata la capacità della batteria!
Da notare che l’ingresso USB cui va collegato l’alimentatore è ora di nuovo tipo 3.1 Type C: sono compatibili tutti i caricatori USB in commercio, ma va cambiato il cavetto con uno di nuova generazione con connettore reversibile, di cui ne troviamo un esemplare in dotazione nella scatola.

Uguale ma diverso

Ultima, ma non ultima, la fotocamera. Nel P9 avevamo riscontrato una resa generalmente buona della speciale impostazione a doppio sensore implementata assieme a Leica. L’approccio ci aveva convinto, anche se non pienamente, per via di una risoluzione complessivamente non eccellente (di fatto principalmente condizionata dal software, per la compressione JPEG e fusione delle due immagini).
Il Mate 9 conserva un approccio simile, a doppio sensore, ma con qualche importante novità. In primis , al posto di 2 sensori da 12 MP impiegati in tandem per registrare immagini interpolate a 20 MP che non brillano per nitidezza, per il Mate 9 il sensore b/n è stato portato a 20 MP reali, mentre il secondo RGB rimane da 12 MP. Gli scatti sono salvati a 20 Megapixel ma ora sono solo le informazioni di colore a dover essere interpolate. Si sa, l’occhio umano è meno sensibile alla risoluzione cromatica, pertanto già in linea teorica questo approccio dovrebbe produrre risultati migliori rispetto al precedente, almeno mantenendo lo stesso livello di risoluzione finale da 20 MP del JPEG.
Ulteriore importante aggiunta è il sistema di stabilizzazione ottica, causa delle dimensioni più importanti del blocco fotocamera che non a caso sporge visibilmente sul pannello posteriore.
Come era lecito attendersi, i risultati sono apprezzabilmente superiori rispetto a quelli del P9. Le immagini JPEG sono generalmente molto nitide e contrastate. Soprattutto si riscontra un livello di rumore davvero ridotto anche ad ISO elevato (impressionanti le prestazioni fino ad ISO 800) e al 100% di ingrandimento. I problemi legati all’interpolazione, la piccola dimensione del sensore e degli obiettivi sono ovviamente visibili, ma in modo piuttosto contenuto. I file JPEG mostrano un discreto intervento di algoritmi per esaltare il contrasto, ma nel complesso i risultati sono abbastanza naturali.
È possibile scattare in RAW, ma in questo caso viene catturata solo l’immagine RGB del secondo sensore da 12 MP. Il risultato è un’immagine che risulta piuttosto diversa per contrasto e nitidezza rispetto al JPEG finale, dalla quale è possibile estrarre immagini un po’ più dinamiche e naturali (grazie al bypass dei filtri rumore e della maschera di contrasto) ma non così esaltanti rispetto al JPEG. I file sono salvati in formato open DNG e pesano circa 20 – 25 MB.
Lo stabilizzatore aiuta a mantenere la nitidezza elevata, soprattutto in condizioni di illuminazione non ottimali, ed in generale gli scatti sono anche cromaticamente corretti.
L’interfaccia software della camera offre le stesse funzioni (tante!) descritte per il P9, con una modalità standard automatica ed una “pro” che permette l’accesso alle regolazioni manuali di ISO, tempi, apertura, controllo dell’esposizione, modalità di messa a fuoco e del bilanciamento del bianco e compensazione dell’esposizione. Sono presenti ben 12 modalità di scatto predefinite, incluso HDR, panorama, time lapse, scansione documenti, cui si aggiungono la registrazione solo audio ed ovviamente la ripresa video. In modalità automatica è presente una funzione “sfocatura” con cui simulare in modo artificiale l’uso di grandi aperture, con resa non particolarmente naturale rispetto a quanto offerto da altri concorrenti.
Il Mate 9 riprende anche video MP4 fino alla risoluzione 3840×2160 30fps, e sono presenti le modalità Full HD 60p, 30p, 720p, nonché VGA, QVGA e MMS per generare file di piccole dimensioni. Anche in questo caso la qualità è più che buona e consente di riprendere e catturare gli eventi quotidiani con semplicità.
Nel complesso questo nuovo Huawei ci colpisce positivamente. Si tratta di un prodotto completo, orientato a chi desidera i vantaggi di un display di grandi dimensioni senza sacrificare tropppo praticità e maneggevolezza. Lo smartphone è velocissimo, affidabile, comodo nell’uso. Le customizzazioni Huawei dell’interfaccia Android sono meno invadenti delle generazioni precedenti e convincono di più.
Rispetto ad altri prodotti concorrenti, dove si è puntato maggiormente sulla nitidezza dello schermo optando per risoluzioni maggiori ed una densità di pixel più elevata, questo Mate 9 offre caratteristiche più orientatate all’operatività, grazie alla notevole velocità, l’ottima capacità della batteria, le caratteristiche di connettività universali, la grande capacità di memoria e la doppia SIM.
Il tutto,  non facendo lievitare eccessivamente il prezzo, mantenendo il display, seppur da ben 5.9”, in Full HD (senza quindi spingersi agli oltre 500 ppi offerti dai prodotti con display di risoluzione superiore).
In conclusione, un messaggio chiaro: Samsung Note, l’iPhone Plus e gli altri prodotti analoghi se la dovranno vedere con un nuovo, agguerritissimo concorrente.

Massimo Basile

Pagella

ESTETICA                 9/10
Un prodotto molto ben realizzato e rifinito, piacevole al tatto e alla vista.
COSTRUZIONE         8/10
La realizzazione del Mate 9 porta in modo ineccepibile il rapporto fra dimensioni di display e chassis pressoché al limite fisico. Ottima la qualità dei componenti. Un po’ troppo liscio, può risultare “sfuggente” e consigliamo l’installazione di un guscio. Il Gorilla Glass è “solo” in versione 3, quindi attenzione alle cadute.
VERSATILITA’       9/10
Il Mate 9 offre quanto di meglio permesso oggi dalla tecnologia sotto il profilo computazionale e di connettività. Il display è limitato al Full HD che, viste le dimensioni, non è da considerarsi top class. La versione Porsche supera questo limite, ma a caro prezzo.
PRESTAZIONI         9/10
Il Mate 9 convince in tutte le condizioni di utilizzo. Veloce, preciso, produce ottimi scatti e riprese anche 4K, oltre a tutto il meglio di Android. Il touch potrebbe essere un po’ più preciso. Di contro è notevole la qualità del sensore di impronte digitali ed ottima la durata della batteria.
RAPPORTO Q/P        9/10
Il Mate 9 è un prodotto di fascia alta, adattissimo all’impiego business vista la dotazione di funzioni, ma anche agli utenti più smaliziati. Il prezzo è di conseguenza elevato ma, considerata la dimensione del display e l’ottimo profilo funzionale, adeguato alla categoria.

PRO
✔  Display 5.9” con chassis compatto
✔  Display molto luminoso
✔  Dual sim
✔  Velocità operativa
✔  Carica veloce
CONTRO
✔  Colori display molto carichi
✔  Ppi non elevatissimo (display solo FHD)
✔  Non water resistant

Costruttore:  Huawei Technologies, Cina
Distributore: Huawei Technologies Italia, Torre 8, via Lorenteggio 257, 20152 Milano – www.huawei.com

Caratteristiche dichiarate dal costruttore

Display: 5.9” 373ppi, 96% NTSC
Risoluzione: 1920×1080 pixel
Contrasto: 1500:1 (tipico)

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