Va bene, lo confessiamo. Il marchio Fujifilm ci sta simpatico. Non solo perché – ormai diversi anni fa – abbiamo avuto occasione di visitare alcune fabbriche del gruppo in Giappone, ricavandone una buona, ottima impressione. Non solo perché apprezziamo le iniziative della filiale italiana sul genere dell’X Tour, che rappresentano utili occasioni di confronto e scambio fra appassionati e professionisti. Ma soprattutto perché, in particolare negli ultimi tempi, la produzione dell’azienda giapponese ci piace molto: i vari modelli – ad ottiche intercambiabili e non – sono davvero interessanti, centrati nei rispettivi segmenti di mercato. Stiamo parlando di apparecchi in grado di soddisfare più o meno ogni esigenza, per lo meno dei fotografi che apprezzano le macchine con un look rétro e con un’impostazione classica, ma con prestazioni moderne, al passo dei tempi. Al punto che, al momento opportuno, si evolvono in una nuova versione simile ma diversa, aggiornata in base agli sviluppi della tecnica.
Veniamo quindi a questa X-T2, che – non c’è bisogno di molta immaginazione per prevederlo – rappresenta quindi il passo successivo della precedente X-T1, una mirrorless realizzata sulla falsariga dei diversi modelli della serie X e quindi di una macchina caratterizzata da un corpo compatto e relativamente leggero.
Un modello trasportabile senza difficoltà, insomma, non privo di caratteristiche che ne aumentano l’affidabilità: come vedremo in dettaglio più avanti, la X-T2 è infatti studiata per resistere a polvere e acqua, e funzionare sino a -10°C.
Rispetto alla XT-1 (lanciata nel 2014) ci sono diverse novità, ad iniziare dal sensore, che è praticamente identico a quello montato sulla X-Pro 2. Sempre taglia APS-C, il dispositivo ora offre 24 MP anziché 16 ed è realizzato con la tipologia X-Trans proprietaria di Fujifilm, che prevede un maggior numero di pixel verdi (5, oltre a 2 blu e 2 rossi, contro rispettivamente 2/1/1) rispetto alla classica matrice di Bayer adottata quasi universalmente. Del resto, un tocco di originalità nei sensori fa parte del DNA dell’azienda giapponese. Vi ricordate, ad esempio, i SuperCCD del passato? Resta da aggiungere che il sensore è dotato di sistema di pulizia del tipo con vibrazione a ultrasuoni.
Diverso anche il processore, che da EXR II passa ad EXR Pro. Sensore e processore, naturalmente, come sempre sono i maggiori responsabili delle prestazioni in termini di sensibilità, e non a caso i miglioramenti della X-T2 rispetto alla X-T1 si traducono in un’estensione della gamma che ora arriva a 12.800 ISO (anziché 6.400 come in precedenza).
Differente anche l’otturatore meccanico, a tendina, che andava da 30 secondi a 1/4000 mentre ora arriva anche a 1/8000, e soprattutto che riesce ad offrire il syncro X a 1/250 in luogo di 1/180. Non manca l’otturatore elettronico, da 30 sec. a 1/32000 sec. (modalità P / A / S / M), con modalità Bulb (1 sec.) e T (da 1 sec a1/32000 sec.).
Andiamo avanti in questo slalom parallelo, e fermiamoci alla voce ‘inquadratura/visualizzazione’.
Il mirino elettronico resta da 2,36 MP, mentre il display posteriore – sempre da 3 pollici – passa da 1,04 a 1,62 MP.
Uno sguardo alle connessioni e alla dotazione. Da questo punto di vista, i 2 modelli sono fratelli ma non gemelli: sia la X-T1 che la T2 infatti memorizzano su scheda SD (di tipo UHS II), ma l’ultima nata dispone di 2 slot anziché 1, mentre per le connessioni, oltre al wi-fi e mini HDMI, le due macchine adottano rispettivamente di USB 2 e USB 3.
Lasciamo per ultimo, vista l’importanza nella pratica, quanto dichiarato con decisione da Fujifilm, ovvero che la X-T2 è caratterizzata da un notevole miglioramento delle prestazioni dell’autofocus (e del mirino elettronico, attraverso l’accessorio di cui parliamo più avanti), a vantaggio della ripresa di soggetti in rapido movimento in condizioni difficili.
Video in tutte le salse
Tutte caratteristiche utili, quindi, per la fotografia sportiva oppure naturalistica, ma anche per le registrazioni video di alto livello, con il supporto – primo modello della serie X – del sempre più diffuso formato 4K (più precisamente, dell’UHD ‘4K’, cioè 3840×2160).
Con la X-T2 in questo formato è possibile scegliere il frame rate fra 29.97p /25p /24p /23.98p @100Mbps, registrando fino a 10 minuti circa, con audio stereo.
In ogni caso è ovviamente possibile selezionare anche il semplice HD, sia in Full HD (1920 x 1080, a 59.94p /50p /29.97p/25p/24p/23.98p@100 Mbps registrando fino a 15 minuti circa, con audio stereo) che in HD (1280 x 720, definito anche 720p, o meno propriamente, HD Ready, a 59.94p/ 50p /29.97p /25p /24p /23.98p @ 50Mbps).
In quest’ultimo caso la registrazione può arrivare sino a 30 minuti circa con audio stereo.
Nei vari formati, il tempo di registrazione è relativamente ridotto, e per questo Fujifilm offre un dispositivo optional utile a superare la situazione: si chiama Vertical Power Booster Grip (per l’esattezza, VPB-XT2) e permette di potenziare varie funzioni operative e migliorare diversi parametri (velocità AF, frame rate del mirino elettronico, cadenza di scatto, tempo fra due scatti consecutivi, tempo di rilascio, tempi di blackout ed altro ancora; interessante ad esempio la presenza di un minijack da 3,5 mm per il collegamento di una cuffia utile nelle video riprese).
Il Vertical Power Booster Grip permette inoltre di ampliare il tempo di registrazione dei singoli filmati video – sia in modalità 4K che Full HD – di circa 30 minuti, ed offre una cadenza di scatto ‘foto’ di ben 11 fps. Il Vertical Power Booster Grip (per l’esattezza, VPB-XT2), che costa poco più di 300 euro, e va alimentato con due batterie NP-W126S (identiche a quelle utilizzate nella XT-2, non fornite) oppure con le precedenti NP-W126.
Visto che abbiamo introdotto il discorso ‘prezzi’, prima di continuare con il test, segnaliamo che la Fujifilm X-T2 è in vendita a queste quotazioni (indicative e suggerite al pubblico, IVA compresa): solo corpo, 1.729,99 euro; in kit con l’obiettivo XF18-55mm, 2.039,99 euro. Noi abbiamo preferito testarla aggiungendo anche un’ottica wide (Super EBC 18 mm F2, 619 euro) e uno zoom tele (Nano Gl XF 50-140mm F2,8 R LM OIS WR, 1649 euro).
Dunque, nel complesso, quotazioni da prima della classe, prestazioni sulla carta da prodotto di vertice assoluto: vedremo se nella pratica tali ambizioni verranno effettivamente raggiunte.
Una reflex, anzi no
Dopo tanta teoria, passiamo alla pratica. Presa in mano, la X-T2 offre un’ottima impressione: se l’abito facesse il monaco, la fotocamera Fujifilm sarebbe promossa a prima vista. Invece… la promuoviamo lo stesso, aggiungendo la lode, dopo una prova non solo visiva ma anche tattile.
La forma è quella di una reflex, per l’impostazione generale e forse anche per via del mirino centrato rispetto all’obiettivo; la sostanza è quella di un’ottima reflex, per la dotazione e l’approccio ‘veloce’ alle varie operazioni, e la sensazione di robustezza generale.
Come d’obbligo sulle macchine di categoria superiore, il corpo della X-T2 è realizzato in una lega di magnesio, leggero e robusto, ed è studiato per lavorare a temperature fino a -10°C e per resistere a polvere e acqua (umidità), grazie anche alla dotazione di guarnizioni antintemperie in 63 punti. Simili guarnizioni sono applicate anche agli obiettivi e all’impugnatura VPB-XT2, a garanzia di una resistenza alle intemperie di tutto il sistema.
Diamo ora un’occhiata ai vari pannelli. Il pannello superiore ospita ghiere meccaniche per le funzioni importanti: da sinistra il selettore della sensibilità ISO (con un selettore coassiale di modo, con il quale impostare la registrazione video, il bracketing, e via discorrendo), quindi, dopo il mirino, quello della velocità di otturazione (anche in questo caso, con un selettore coassiale alla base, per la scelta delle modalità di esposizione, con 4 opzioni), e, all’estrema destra, il sempre comodo regolatore per la compensazione diretta dell’esposizione (possibile entro +/-3 stop, a step di 1/3). Sempre sul piano superiore, il selettore on/off con il pulsante di scatto e un tasto di scorciatoia (FN). Da segnalare che tutte queste impostazioni possono essere regolate anche con la macchina spenta, e che le ghiere di otturatore e sensibilità sono dotate di pulsante per blocco e sblocco per prevenire errori durante l’uso.
Passiamo al pannello posteriore. Lo schermo LCD, che può essere orientato in tre direzioni a vantaggio di diverse opzioni di ripresa, domina ovviamente la scena. Tutto intorno i diversi comandi secondari, oltre al classico pulsante multifunzionale ‘joystick’ e alla rotella orizzontale che in qualche modo ‘replica’ quella presente sul frontale multifunzione.
Lato sinistro rispetto alla posizione d’uso: connessioni, con USB 3.0 High-Speed/micro USB, Micro HDMI (tipo D), connettore stereo mini per microfono, Comando remoto.
Il lato opposto è invece destinato a contenere la scheda di memoria, o meglio ospita gli slot per due schede di tipo SD, o meglio SDHC/SDXC (~256G) di tipo UHS-I / UHS-II; per registrare video 4K è necessaria una scheda di classe UHS 3 o superiore.
Le immagini possono essere memorizzate nel diffusissimo ed efficace JPEG (con compressione normal o fine) oppure in RAW a 14 bit (formato originale RAF), o ancora, per avere contemporaneamente a disposizione la massima qualità e possibilità di intervento e la comodità di un formato leggero, anche in RAW+JPEG.
Dal punto di vista della dotazione, è praticamente impossibile segnalare tutte le funzioni a disposizione. Ne citiamo solo un paio, come la possibilità di simulare le diverse pellicole (15 modalità: PROVIA/Standard, Velvia/Vivid, Astia/Soft, Classic Chrome, PRO Neg.Hi, PRO Neg.Std, Black & White, Black & White+Ye Filter, Black & White+R Filter, Black & White+G Filter, Sepia, Acros, Acros +Ye Filter, Acros +R Filter, Acros +G Filter) oppure le vaste possibilità di bracketing, studiate per l’AE (±2/2EV, ±5/3EV, ±4EV), la Simulazione Pellicola (fino a 3 pellicole selezionabili), la Gamma Dinamica (100% · 200% · 400%), il valore ISO (±1/3EV, ±2/3EV, ±1EV) e il Bilanciamento del Bianco (±1, ±2, ±3).
Finalmente in 4K
E veniamo alla sezione video. Grazie al sensore di nuova generazione, la Fujifilm X-T2 non solo migliora le prestazioni fotografiche, ma offre funzionalità e prestazioni di altissimo livello anche sul fronte video.
Come detto all’inizio, si tratta della prima fotocamera Fujifilm in grado di lavorare in vari formati, fra i quali UltraHD a 24/25/30p, in MOV H.264 a 100 Mbit/s.
Come accade su molte altre fotocamere, quando si gira in 4K si ha un leggero fattore di crop rispetto alle dimensioni piene del sensore, che in questo caso è di 1.17x (valore comunque accettabile, rispetto ad altre macchine concorrenti).
Ciò significa che il processore elabora un’immagine con 5120×2880 pixel di risoluzione, per poi scalarla a 3840×2160. Il risultato si materializza in riprese estremamente nitide, con un livello di dettaglio tra i più alti che abbiamo mai misurato nei nostri test di fotocamere e video-camere 4K.
Questo è dovuto probabilmente anche all’eliminazione del filtro passa basso, utilizzato in genere per cancellare l’effetto moiré a scapito dei dettagli più fini. Il fattore di crop incide ovviamente sull’angolo di campo delle lenti utilizzate, che si riduce leggermente: per intenderci un classico grandangolo 28 mm di una reflex full-frame (rapportato ad una macchina APS-C) corrisponde all’incirca a un 44 mm, mentre girando in 4K diventa equivalente ad un 51 mm.
In altre parole, prima di girare a risoluzioni UltraHD bisognerà dunque fare qualche semplice conto per scegliere l’ottica giusta, soprattutto se si vuole lavorare su campi lunghi.
In Full-HD 1080, il sensore è invece usato integralmente, mantenendo il fattore di moltiplicazione tipico delle macchine APS-C.
La resa dei conti
Ed eccoci al redde rationem, al momento del rendiconto. Diciamo subito che la X-T2 non ci ha deluso, anzi. Sia nell’uso come fotocamera che come videocamera (con qualche limite, diciamo ‘errore di gioventù’, che vi esponiamo più avanti), le prestazioni pure sono di assoluto livello, adatte anche ad utilizzazioni professionali, a partire dall’autofocus, che è sembrato davvero efficace, ovvero preciso e veloce nella stragrande maggioranza delle utilizzazioni (in condizione critica di illuminazione, come in tutti i modelli – in maniera diversa – ha qualche difficoltà).
Intanto una nota sulle ottiche, ricordando che la grande famiglia Fujinon comprende anche ottiche per il broadcasting e il cinema professionale, da anni utilizzate ed apprezzate in tutto il mondo; un pedigree che in qualche modo si trova in ogni modello. Con il 18 mm F2, compatto e leggero, l’insieme corpo più obiettivo è davvero contenuto; la buona luminosità, coniugata alla sensibilità della macchina, offre valide opzioni di utilizzazione ‘critiche’ senza ricorrere al flash. Dal punto di vista ottico, la resa è risultata interessante, senza difetti sostanziali. Perfetto per panorami, foto in interni e via discorrendo.
Il 50-140 mm F2,8 è uno splendido zoom tele, un obiettivo di costruzione impeccabile, ‘seria’, comunque luminoso e con valore costante su tutta la lunghezza focale, come si conviene ad un prodotto di classe elevata. Le dimensioni ed il peso, in questo caso, sono decisamente importanti, e dunque a mano libera servono grande concentrazione e mano ferma per evitare mosso et similia; meglio ricorrere a un treppiede, vista anche la presenza di un’opportuna staffa sul corpo dell’ottica.
Le immagini sono perfettamente definite e cromaticamente neutre, senza particolari dominanti; per contro, le infinite possibilità di personalizzazione ‘pellicola’, permettono di ottenere di fatto l’immagine su misura fin dalla ripresa se si ha la pazienza di studiare la materia (ovvero sperimentare le varie soluzioni, con attenzione ai risultati di ogni intervento).
In quanto al rumore, questo è praticamente inesistente sino a 1600 ISO, e mostra un progressivo aumento con l’aumentare dei valori; ancora a 6400 ISO, in ogni caso, l’immagine si rivela quasi perfetta, con minimi disturbi.
Inutile dire che tale resa permette, anzi suggerisce, di effettuare stampe di qualità, di dimensioni adeguate, per valorizzarle le immagini.
In quanto al ‘fare cinema’, come abbiamo detto le prestazioni video in 4K della macchina sono sorprendenti, superiori alla media delle fotocamere APS-C, in linea con le migliori soluzioni di ripresa sul mercato professionale. I dettagli sono estremamente precisi, il rumore sempre contenuto anche ad alti ISO, la sensibilità alle basse luci molto buona, l’effetto di distorsione legato al rolling shutter molto contenuto con ottiche grandangolari. L’effetto moiré – ovvero quelle insolite striature arcobaleno che si formano in corrispondenza di trame molto sottili – è abbastanza raro, nonostante l’assenza del filtro passa basso. Insomma si tratta indubbiamente di un ottimo debutto per Fuji nel mondo del video UltraHD.
Il tipo di compressione interno H.246 4:2:2 non è immune da qualche artefatto, ma è sempre possibile sfruttare l’uscita HDMI per registrare in 4K su recorder esterno ad una qualità superiore.
C’è da dire, tuttavia, che non sono solo le prestazioni pure a determinare il successo di una fotocamera, specie se utilizzata per la produzione di filmati, e anche la X-T2 soffre di qualche difetto di gioventù. Ad esempio c’è un limite di 10 minuti di registrazione continua nelle riprese in 4K, limite che in alcune condizioni di ripresa può risultare frustrante. Usando il battery grip opzionale, questo limite viene superato ed è possibile registrare clip fino a 29’59” di durata. L’utilizzo del battery grip fornisce anche un’uscita cuffie per il monitoraggio dell’audio, che altrimenti sarebbe assente; l’acquisto di questo accessorio diventa dunque vitale per chi sceglie l’XT2 come macchina da presa. Senza battery grip è comunque disponibile un ingresso audio per l’uso di un microfono supplementare, che potrà essere installato facilmente sulla slitta accessori sopra al mirino, al posto del flash fotografico. Come per la maggior parte delle macchine fotografiche prestate all’utilizzo video, l’uso di un microfono supplementare è obbligatorio per catturare un audio pulito, visto che il dispositivo integrato registra facilmente i rumori prodotti dal motore di messa a fuoco delle ottiche. Il volume audio in ingresso è regolabile su una scala di 20 valori ed è possibile visualizzare gli indicatori di livello in tempo reale.
In conclusione
La X-T2, sufficientemente compatta e leggera ma solida, versatile, e dalle prestazioni ‘pure’ impressionanti sotto diversi punti di vista, si candida come una delle migliori mirrorless in commercio, un riferimento su cui misurare il valore dei concorrenti APS-C, per le fotografie ed anche per il video.
A tale proposito, siamo sicuri che Fuji, ultima arrivata nella produzione 4K, saprà ascoltare il feedback degli utenti e sarà certo pronta a correggere qualche piccolo difetto di gioventù nei prossimi aggiornamenti firmware.
Nel frattempo ci si può godere già da oggi una qualità video che non teme rivali, con una nitidezza dei dettagli impressionante in tutte le condizioni di ripresa, come potrete verificare voi stessi guardando alcuni dei filmati girati da noi sul canale Youtube di Tutto Digitale: www.youtube.com/user/TuttoDigitale
PS- Il prezzo al pubblico, bisogna dirlo, non è ovviamente definibile ‘popolare’, ma è ampiamente giustificato dalla qualità della realizzazione e dalle prestazioni.