Girare un film, o anche solo scattare una fotografia, significa letteralmente ‘scrivere con la luce’, e non solo perché nel buio totale – esperimenti scientifici a parte – non è possibile di fatto riprendere immagini tout court. Scrivere con la luce significa infatti soprattutto plasmare la luce alle esigenze di ripresa ed anche andare oltre, ovvero creare un look, dare un’anima, alla scena.
In campo cinematografico, il problema dell’illuminazione è apparso evidente sin dagli albori della storia. Già nel lontano 1894 (un anno prima della proiezione pubblica del Cinématographe dei fratelli Lumière), Thomas Alva Edison, il mago di Menlo Park, realizzava i suoi primi esperimenti in uno studio sui generis.
Stiamo parlando di una installazione creata ad hoc, internamente dipinta in nero (colore al tempo stesso omogeneo e antiriflesso) e dotata di ampie aperture superiori e frontali, per l’ingresso della luce naturale; ai tempi, infatti, la sensibilità della pellicola era minima, e non esistevano corpi illuminanti ad hoc…
Uno studio di posa quindi intelligente, efficace, dalla forma caratteristica un po’ goffa, che non a caso venne soprannominato Black Maria, come i furgoni utilizzati all’epoca della polizia dei quali, in qualche modo, riprendeva la mole.
On-Air, basta la parola
Ai tempi del Black Maria, quindi, William Kennedy Laurie Dickson, operatore di fiducia di Edison per il Kinetoscopio ed anche abile costruttore di meccanismi, dovette industriarsi non poco per ottenere l’illuminazione desiderata per i suoi brevi film. Al giorno d’oggi, invece, il direttore della fotografia ha a disposizione una quantità pressoché infinita di corpi illuminanti, dalle caratteristiche tecniche e potenze assai diverse. Come sempre, non si può dire ‘questa tecnica è migliore di questa altra, questo prodotto è meglio di quello’, e così via: al solito, il buon senso suggerisce di ricordarsi che non c’è un meglio in assoluto, ma solo in funzione di uno o più parametri: nel caso della luce, si parte dall’atmosfera che si vuole ottenere per finire agli aspetti pratici (dal peso al costo).
In quanto alle aziende coinvolte, davvero, c’è solo l’imbarazzo della scelta, fra marchi storici americani ed europei, che hanno fatto la storia del cinema, e nuovi nomi arrivati per lo più (ma non solo) dall’oriente.
I primi nomi, naturalmente, costituiscono quasi dei classici, offrono prestazioni costanti e la garanzia del marchio che si manifesta anche nella possibilità di disporre con relativa facilità dei ricambi. I secondi sono generalmente più economici, ma spesso sono anche caratterizzati da prestazioni ed affidabilità inferiori. In altre parole, se con un nome noto si va più o meno sempre sul sicuro, con un marchio meno affermato bisogna stare attenti alla scelta.
On-Air, distribuito da Adcom di Bologna, non ha alle spalle una storia di decenni come altri nomi sul mercato, ma, fra i marchi giovani, ha conquistato presto un’ottima fama per l’ampiezza della proposta e il rapporto qualità/prezzo dei suoi modelli, che offrono un ottimo compromesso fra prestazioni, affidabilità e costo.
Vediamo ad esempio il modello LS-100F-5600, presentato sul catalogo on line Adcom come ‘Illuminatore a Forcella Spot Fresnel 5600° K – 100W – Dimmer & DMX’.
Il che, tradotto con qualche parola in più, indica di che prodotto si tratta, cosa contiene la scatola: innanzitutto stiamo parlando di un illuminatore LED, di tipo Spot con lente Fresnel, da 5600 K, con sistema di raffreddamento passivo (cioè senza ventole). Questo viene fornito completo di un LED Array (cioè un LED COB, Chip On Board, in cui i chip LED sono in un chip montato direttamente su una scheda) da 100W e 5600° K: una Lente Fresnel (da 120mm); un supporto con 4 alette regolabili; una staffa di fissaggio che permette la regolazione dell’inclinazione del corpo; un alimentatore di rete 110-240V.
Togliere gli elementi dall’imballo e montare l’illuminatore è di fatto un gioco da ragazzi (da effettuare, però, senza collegare la corrente, per motivi di sicurezza… la prima regola, quando si parla di illuminazione, è proprio quella relativa alla gestione della sicurezza degli addetti, dall’elettricista al direttore della fotografia!).
Una bella impressione
Montato, l’apparecchio fa una bella impressione. Il design è quello classico per questo tipo di prodotti, la costruzione abbastanza solida, anche se la ricerca del contenimento dei costi è palese, con ricorso notevole a materie plastiche; nel corso della prova, in ogni caso, non si è manifestato alcun inconveniente.
Come di norma, i comandi e le connessioni sono sul retro. In alto, il regolatore dell’ampiezza del fascio, fra spot (concentrato) e flood (ampio); il movimento è piuttosto esteso e regolare e le possibilità di gestione più che adeguate, con angolo regolabile fra 10 e 60 gradi.
Sullo stesso pannello posteriore, poi, anche l’interruttore generale, il dimmer di regolazione dell’intensità, i connettori in/out DMX, e quello di rete (anche se, lo ripetiamo, l’LS-100F-5600 NR 1 è utilizzabile anche a batteria). Sul lato destro, ecco poi un piccolo display a cristalli liquidi per le indicazioni di stato.
Il frontale ha l’aspetto tipico di questi prodotti, con l’evidenza della lente Fresnel di buon diametro e spessore; un supporto con quattro alette regolabili (barndoor) completa il quadro anteriore. Infine, non manca nella dotazione la classica forcella con filettatura per attaccarsi a un treppiede o altro.
Prestazioni interessanti
E veniamo alla prova sul campo. Il chip di LED utilizzato nel proiettore si fa sentire, e fornisce una resa interessante; la potenza è all’incirca equivalente a quella di un illuminatore da 800W ad incandescenza.
In altre parole, questo prodotto consuma più meno come una lampadina, e dunque è ottimo per non sovraccaricare gli impianti delle location (magari un appartamento) o ridimensionare i gruppi elettrogeni in caso di produzioni importanti.
On-air indica per questo modello un CRI (Color Rendering Index, l’indice di resa cromatica di una sorgente luminosa, IRC o RA, ovvero in qualche modo la misura di quanto naturali appaiano i colori degli oggetti illuminati), maggiore di 95. Il che significa una resa cromatica più che buona, anzi ottima, come del resto conferma la prova che più conta, quella visiva. Che consente anche di apprezzare la buona naturalezza del bianco.
In conclusione, questo LS-100F-5600 NR 1 ci ha favorevolmente impressionato per le valide caratteristiche generali e la buona resa nella pratica.
Il prezzo, tutto considerato, è sicuramente conveniente e potrà favorire la diffusione del prodotto presso videomaker e produzioni independenti, piccole troupes e simili.
PS- Nei prossimi numeri proveremo con altri illuminatori On-air, scegliendo modelli di potenza e tipologia diversa.