Dopo mesi di rumors al solito più o meno attendibili sulle possibili caratteristiche, all’ultima edizione del CES di Las Vegas, all’inizio dell’anno, è stata infine presentata la D5, la attesa fotocamera reflex professionale firmata Nikon.
Come sappiamo, un’ammiraglia di questo livello è in grado di calamitare l’interesse di chiunque si interessi di fotografia, perché rappresenta in qualche modo una delle possibili interpretazioni dello stato dell’arte, e quindi intorno al nuovo modello si è creato subito un grande interesse da parte di fotografi, giornalisti, addetti ai lavori.
Interesse che poi è cresciuto a dismisura nel caso della D5, perché dalla presentazione è passato un bel po’ di tempo in cui la macchina è apparsa in alcune occasioni, ma sempre in maniera quasi impalpabile, senza grandi possibilità di giocarci con calma…
Finalmente, in concomitanza con un piccolo tour riservato alla stampa italiana e in accordo con gli amici e colleghi francesi di Les Technonautes – che, da par loro, hanno avuto occasione di saggiare in patria una D5 funzionante – possiamo raccontare le primissime impressioni d’uso, che integreremo prossimamente con una prova tecnica approfondita anche dei principali aspetti apparentemente secondari (video eccetera).
In quanto alla resa dell’immagine, che alla fine è sempre ciò che interessa di più, anticipiamo subito che questa è apparsa all’altezza del prodotto e del suo costo. Come tutti i colleghi di altre testate, abbiamo avuto la possibilità di scattare foto a volontà su un set creato ad hoc e negli immediati dintorni, ma, invece di una sequela di immagini poco significative (e piuttosto simili le une alle altre) abbiano preferito farvi vedere un paio di istantanee giusto per aver un’idea, e lasciare a un prossimo test approfondito la prova sul campo in interni ed esterni, e la realizzazione di veri filmati video alle diverse risoluzioni.
Anticipiamo, per i curiosi (o smaniosi?) che, pur considerando la prova non esaustiva, possiamo affermare senza tema di smentita che la D5 è all’altezza della fama Nikon e di quello che ci si aspetta da un prodotto di questo livello e costo. Chi può permettersela, può acquistarla ad ad occhi chiusi. L’analisi dettagliata delle infinite funzioni verrà effettuata con calma nelle varie situazioni d’uso, e i risultati saranno pubblicati appena disponibili.
Un prodotto di peso
Chi è abituato ad una reflex entry level probabilmente troverà la D5 una sorta di gigante, sia per le dimensioni che per il peso. Come tutte le macchine di questa categoria, l’estetica è un po’ goffa, determninata come è dalla funzione, ovvero dalla somma dei circuiti e dispositivi per ottenere prestazioni e versatilità top class ; la presa in mano conferma comunque un buon lavoro dei tecnici Nikon dal punto di vista ergonomico, ed una costruzione (rifiniture comprese) all’altezza della tradizione del marchio e della categoria della fotocamera.
Come è facile immaginare, la D5 è inevitabilmente una macchina con sensore di taglia Full Frame (che la casa giapponese indica da sempre come ‘formato FX‘), in questo caso un CMOS da 20,8 MP.
Ma come, diranno in molti, una macchina di questo livello, Full Frame, con un sensore da ‘appena’ 20 MP? Evidentemente, Nikon avrebbe potuto montare sensori molto più risoluti, ma ha preferito effettuare una scelta diversa, offrendo una macchina capace comunque di notevoli ingrandimenti, ma orientata soprattutto alla resa alle basse luci.
Non a caso, alla voce ‘sensibilità’, siamo nel campo dei record: la D5 può contare sulla gamma più estesa della storia di Nikon (da 100 a 102.400 ISO, estendibile all’incredibile valore di 3.280.000 ISO, equivalente all’impostazione Hi 5). A quanto dichiara la casa giapponese, è possibile effettuare riprese al di là di quello che l’occhio è in grado di vedere, e soprattutto, con ‘un’eccezionale nitidezza delle riprese su tutta la gamma ISO standard’. A dire il vero, non abbiamo avuto modo di saggiare con calma i limiti della macchina al massino della sensibilità, ma possiamo testimoniare che per valori una volta, comunque proibitivi, la resa si è manifestata più che corretta, con rumore assai ridotto e bilanciamento generale apprezzabile.
Speedy focusnzales
La ricerca delle massime prestazioni in condizioni difficili di illuminazione è solo una delle direzioni in cui si sono mossi i tecnici della casa giapponese, ma c’è molto di più. Vediamo ad esempio come si è evoluto il sistema autofocus, che qui è di nuova generazione, a 153 punti e 99 sensori a croce: in altre parole, maggior versatilità e precisione con una copertura più ampia, in particolare in riprese di gare sportive e simili e in condizioni di scarsa illuminazione (sensibilità AF fino a -4 EV, a ISO 100, 20°C).
Non abbiamo avuto modo naturalmente di testare la macchina durante una gara sportiva, ma solamente in situazioni un po’ meno movimentate, e non c’è dubbio che il sistema funzioni bene, ovvero sia veloce e preciso.
Con tali premesse, poteva Nikon trascurare l’aspetto ‘velocità’ di scatto? No di certo, e non a caso il sensore è accoppiato ad un nuovo processore Expeed 5: il risultato si manifesta in raffiche fino a 12 fps (con AE/AF tracking) o fino a 14 fps con M-Up. Basta tenere premuto il pulsante di scatto per apprezzare il suono di una (pacifica, vivaddio!) mitragliatrice, che ‘spara immagini’ con costanza, senza perdere un colpo; anche ‘ad orecchio’ si notano la precisione e continuità del funzionamento.
In quanto alle precisioni velocistiche, da segnalare anche la presenza di un buffer ad alte prestazioni che permette di catturare fino a 200 fotografie (RAW o JPEG Large) in una singola sequenza; come sottolinea la stessa Nikon, un numero sufficiente, ad esempio, a coprire eventi sportivi (come una finale dei 100 metri di atletica o simili) senza nemmeno la necessità di sollevare il dito dallo scatto.
A completamento delle caratteristiche di ripresa, da segnalare anche il sensore di misurazione esposimetrica RGB a 180K pixel, che contribuisce alla precisione dell’esposizione.
Di tutto, di più
Man mano che ci addentriamo nella conoscenza della macchina si aprono ‘finestre mentali’ su vari aspetti costruttivi e funzionali, ma del resto per raccontare l’esperienza effettuata con una macchina come la D5 non basta una prova; ci vuole un libro… la sola pubblicazione della maggior parte delle caratteristiche tecniche dichiarate (vedi p. 86) occupa una intera pagina…
Comunque, vediamo qualche altro aspetto ineteressante, come ad esempio il display. La nuova Nikon adotta un monitor LCD da 8,0 cm e 2360 k punti, caratterizzato, in riproduzione, da funzionalità touchscreen.
La casa giapponese segnala che il display – caratterizzato da una rapidità di risposta confrontabile solo a quella degli smartphone – permette di controllare e di selezionare le immagini con facilità e al momento, e suggerisce diverse operazioni facilmente gestibili con il display touch. Anche se, come sappiamo, si tratta in genre di manovre poco istintive per un professionista, che è abituato a pulsanti e manopole; del resto, non stiamo parlando di una trasformazione 100% touch screen , ma solo dell’opzione di effettuare alcune operazioni legate essenzialmente (ma non solo) alla visione delle immagini in maniera alternativa. In fondo, in qualche modo, stiamo parlando di una transizione morbida verso un (possibile?) futuro ergonomico diverso…
In ogni caso, la proposta di Nikon è originale, e certamente farà discutere; come reagiranno i professionisti?
Non registra video… scherziamo!
A proposito di target di utenza, giova ricordare che spesso un fotografo professionista – volente o nolente… – deve dedicarsi a riprese video, ed oggi, anche se la grande maggioranza delle produzioni resta in Full HD, non si può non avere a disposizione anche un formato superiore.
La Nikon D5, dunque, è studiata per accontentare non solo i fotografi ma anche i videomaker: con D-movie è possibile registrare filmati 4K (o meglio UHD, Ultra High Definition, 3840 x 2160 pixel) direttamente dalla macchina, a 30p/25p/24p, oltre che in Full HD (1080p) fino a 50p/60p, in vari formati.
C’è da dire che, ad onor del vero, Nikon – pur essendo stata la primissima azienda ad introdurre la registrazione video HD (in 720p) – è sembrata seguire gli sviluppi di questa particolare specializzazione senza grande entusiasmo, più per dovere che per piacere, se ci permettete un gioco di parole, a differenza ad esempio di Canon prima e Sony poi. Del resto, nel corso dell’evento di Roma è stato chiesto ai fotografi quanti utilizzassero le funzioni video delle Nikon possedute, e si sono contate poche mani alzate… sono i fotografi Nikon a voler essere praticamente solo fotografi, oppure è Nikon che non attira i fotografi verso il video? Il dibattito è aperto, ma di certo alcune limitazioni implicite anche sulla D5 (prima delle quali, il limite a 4 minuti di registrazione in 4K, forse superabile con un prossmo aggiornamento firmware; la nuova D500 presentata insieme alla D5 offre 30 minuti di registrazione…) sembrano confermare la tesi del ‘dovere e non piacere’…
In ogni caso, le chiacchiere stanno sempre a zero: con i test fotografici, prossimamente pubblicheremo le impressioni d‘uso e i video della macchina in funzionamento 4K e nelle varie modalità disponibili, e in tal modo sarà possibile avere un’idea più precisa su quest’aspetto della macchina..
Ci sarebbe ancora tanto da dire, vista anche la completezza delle fuznioni disponibili. In questa occasione ci limitiamo a ritornare su un tema ricorrente della D5, ovvero la velocità tout court: ci riferiamo in questo caso alla grande velocità del flusso di lavoro, grazie ai due nuovi slot per card XQD, alla porta USB 3.0 che permette il trasferimento ad alta velocità di grandi quantità di dati, e alle connessioni Ethernet (con porta sul corpo macchina) e wireless, ora 2 volte più veloce.
Torniamo al discorso schede. La D5 può essere acquistata, allo stesso prezzo, in versione XQD oppure CF: una opzione che Nikon ha voluto per andare incontro a chi giudicasse troppo futuribile la scelta di Nikon.
Compact flash o XQD?
Le schede XQD infatti sono più moderne, ed offrono prestazioni velocistiche nettamente superiori, ma sono di difficile reperibilità e costo elevato. Le Compact Flash più evolute, sono invece reperibili con relativa facilità a prezzi non proprio popolari, ma inferori a queli delle XQD.
Come accennato, è possibile acquistare allo stesso prezzo una D5 sia nella classica versione CF che in quella XQD, ma, per far capire da che parte sta Nikon, l’importatore italiano Nital offre con la D5 XQD anche due schede (una Lexar e una Sony) e un lettore XQD… un’offerta imperdibile per un salto nel futuro!
Per ora è tutto. Appuntamento quindi ai prossimi numeri con l’analisi dettagliata delle funzioni e della resa foto e video. à suivre!