Anche per la top di gamma DX Nikon è arrivato di recente il tempo di un aggiornamento: ecco la D7200, evoluzione diretta della fortunata D7100 sul mercato da oltre 2 anni. Non rivoluzionaria rispetto al modello precedente, la D7200 è stata comunque arricchita di funzionalità importanti che ne fanno un prodotto completo, capace di offrire quanto di meglio si possa desiderare da una reflex digitale in formato DX (nome con cui Nikon definisce l’APS-C) per la fotografia amatoriale e semi professionale, e con gradite, notevoli possibilità anche sul fronte video.
Una piccola D750?
Aspetto, dotazione e costruzione della D7200 farebbero pensare, a prima vista, ad una “versione DX” della D750, la notevole Nikon FX (Full Frame) provata nello scorso numero di Tutto Digitale.
La disposizione dei comandi, infatti, è praticamente identica ed anche l’aspetto può ingannare, non fosse per le dimensioni ovviamente più contenute. In effetti nella D7200 trovano posto molte delle tecnologie e delle innovazioni scoperte con la D750, ma l’equivalenza non è totale e restano differenze importanti che mantengono il modello FX su un gradino superiore, e non solo per il CMOS in formato 35 mm.
La prima delle novità della D7200 riguarda il sistema AF, aggiornato alla versione Multi CAM 3500 II DX, in grado di lavorare sempre su 51 punti, come nella D7100, ma estendendone la sensibilità da -2 EV a -3 EV (il che assicura una resa nettamente superiore nella messa a fuoco in condizioni di scarsa illuminazione). Una caratteristica simile alla D750, rispetto alla quale, però, manca la funzione Group Area AF ed 1 solo punto, anziché 11, è in grado di funzionare a diaframma f/8.
Sul fronte risoluzione si conferma il formato 6000 x 4000 pixel (24 Megapixel) della D7100, sebbene il sensore sia stato modificato con effetti positivi soprattutto nelle alte sensibilità. La D7200 può lavorare fino a 25600 ISO ed offre due modalità estese a 51200 e 102000 ISO dove la cattura è però in bianco e nero, evidentemente a causa della scarsa qualità cromatica concessa dal sensore in queste condizioni di lavoro. Di contro la D7100 era limitata ad 12800 ISO nativi, con ovvie limitazioni sul rumore estendibili a 51200 ISO (la D750 offre una sensibilità e numero di pixel simile alla D7100 ma con prestazioni differenti e migliori ad entrambe le DX grazie alle dimensioni del sensore).
Il processore di immagine Expeed è stato aggiornato in versione 4 e le prestazioni in velocità (scatto continuo e raffica), sono confermate rispetto al modello precedente. Ritroviamo infatti 6 fps nominali alla massima risoluzione anche in RAW (ma solo a 12 bit) con un buffer ampliato rispetto alla D7100, dove questo imponeva una limitazione non indifferente per via delle dimensioni eccessivamente ridotte.
In JPEG Normal si può scattare virtualmente senza limitazioni, mentre in JPEG Fine (con la compressione impostata su Size Priority) si scattano ora circa 42 foto prima di esaurire la memoria buffer e veder dimezzata la velocità della raffica. In RAW (non compresso) la raffica veloce funziona solo a 12 bit, caso in cui il buffer si esaurisce in 17 fotogrammi, mentre in RAW 14 bit la raffica è a velocità dimezzata ed il buffer regge 12 scatti. Sono valori sufficientemente ampi per garantire ottime prestazioni nell’inseguimento di soggetti.
Per quanto riguarda il controllo dell’esposizione e le modalità operative siamo ai vertici della categoria. Sono presenti praticamente tutte le funzioni della D750 con l’eccezione per l’esposizione pesata sulle alte luci e per il sistema di riconoscimento dei volti (nella D7200 funziona solo in live view).
Ulteriori migliorie introdotte nella D7200 riguardano la ripresa video che ora è possibile fino a 1920x1080p 60, ma con fattore di ingrandimento 1.3x: un passo avanti comunque rispetto alla D7100 (1080i60 sempre con ritaglio 1.3x).
E per finire anche la D7200 acquista il WiFi integrato, la novità probabilmente di maggior impatto. Utilizzando una apposita app, molto semplice a dire la verità (la stessa descritta nella prova della D750, pubblicata nel n. 97) è possibile scaricare su smartphone le foto scattate con la fotocamera così come attivare remotamente lo scatto… e niente più. Ma nell’era della condivisione istantanea delle immagini si tratta ormai di una funzione cui ormai non era più pensabile rinunciare in una reflex di questa categoria. Grazie al sensore NFC, poi, l’accoppiamento con altri dispositivi è veramente molto semplice.
Funzionalità da campione
La D7200 offre una gamma straordinariamente ampia di possibilità di personalizzazione, come Nikon ci ha abituato nei modelli top. Addentrandosi per il menu specifico troviamo la bellezza di 53 voci con le quali adattare, regolare, modificare la funzionalità della macchina. Troppe? Non è necessario giocare con tutte, ma un utente un po’ esperto e competente potrà adeguare il funzionamento della fotocamera nel migliore dei modi ai propri gusti e necessità.
Si può scegliere come far interagire il sistema autofocus continuo, singolo e la modalità di tracking, attivare o meno l’illuminatore, scegliere il tipo di autofocus optando per il più evoluto a 51 punti o commutando sul più semplificato ad 11 punti. È possibile impostare il passo dei livelli di sensibilità fra1/2 ed 1/3 EV, scegliere la dimensione dell’area per la misurazione dell’esposizione pesata al centro, si può regolare il tempo dell’autoscatto fra 2 e 20 secondi ed anche impostare una sequenza di scatti automatici fino ad un massimo di 9 e l’intervallo fra gli stessi. È possibile assegnare funzioni personalizzate al tasto OK (che ora si può utilizzare per ottenere un immediato ingrandimento dell’immagine in preview, per controllare la messa a fuoco), ai due tasti anteriori Fn e Pv, il tasto di registrazione ed al tasto AE-L/AF-L, anche in combinazione con la ghiera di controllo. Si possono invertire gli indicatori +/- e la rotazione delle ghiere e tanto altro…
Nella D7200 ritroviamo la nuova ed evoluta versione della funzionalità Auto ISO che abbiamo avuto modo di studiare nella D750: ora è possibile non soltanto impostare la sensibilità massima di lavoro ed il limite minimo per la velocità dell’otturatore, come nei modelli precedenti, ma anche lasciar selezionare automaticamente alla fotocamera i tempi dell’otturatore dipendentemente dalla focale scelta per lo scatto. In questo modo è possibile massimizzare l’efficacia dell’Auto ISO assicurandosi scatti non mossi e, allo stesso tempo, un miglior compromesso fra sensibilità e rumore. L’intervento della funzione può essere regolato per privilegiare tempi più o meno lunghi, ed adattarsi così a mani più o meno ferme.
L’elenco dei Picture Control è stato ampliato con il modo Flat che permette di ottimizzare la gamma dinamica memorizzata dalla fotocamera ad uso successivo di un software di elaborazione, utile soprattutto in ripresa video per lavorare successivamente in color grading adattando le prerogative di immagine più semplicemente a quelle di altre sorgenti impiegate assieme alla D7200.
Non mancano tutte le altre funzionalità cui ci avevano già abituato la D7100 ed i modelli precedenti. Ottimo il D-Lighting attivo, affiancato ora da una funzione HDR dalla resa gradevole… finalmente attivabile per una serie di foto e non solo per un singolo scatto. E sono presenti naturalmente le funzioni di correzione automatica di vignettatura e distorsione introdotte dai vari obiettivi.
Connessioni e memorizzazione: nessun cambiamento rispetto alla D7100. Ci sono due slot per schede SD, SDHC e SDXC da usare sia per la registrazione overflaw (esaurito lo spazio nella prima si passa alla seconda), oppure backup (doppia copia di ogni scatto), o per RAW e JPEG separati (ottenendo anche indirettamente un backup).
Visto il successo dei modelli precedenti, le aspettative verso il nuovo modello erano alte, e…
Un test assai positivo
La macchina è sempre pronta, veloce e reattiva. Impercettibile la latenza allo scatto, e l’autofocus rapidissimo difficilmente farà perdere uno scatto prezioso, grazie anche alle diverse modalità selezionabili per adattarsi varie alle condizioni. In modalità automatica sono piuttosto rare le occasioni in cui il sistema entra in difficoltà e, per il gusto personale di chi scrive queste righe, ci siamo trovati più spesso a commutare direttamente dalla modalità automatica a quella manuale, per bypassare l’autofocus in caso di problemi o situazioni difficili, piuttosto che affidarci ad un’altra delle svariate opzioni di scatto. Eccezion fatta, naturalmente, per lo scatto continuo, caso in cui il sistema di inseguimento è fondamentale per ottenere scatti perfetti.
La D7200 può lavorare praticamente con tutti gli obiettivi Nikkor, compresi i più vecchi privi di motore integrato, il che permette di accedere ad un parco incredibile di lenti, nonché di utilizzare vecchi obiettivi che magari un tempo accompagnavano la reflex a pellicola. Naturalmente bisognerà tenere presente il fattore di ingrandimento (1.5x) dovuto alla dimensione del sensore, che negli obiettivi zoom può anche rappresentare un plus.
La sensibilità elevata dell’autofocus viene in aiuto nel caso di scatti in condizioni di bassa illuminazione, il che permette anche di godere appieno delle buone performance della macchina ad alti ISO. Ad ogni nuova generazione di DSLR, Nikon ci sta abituando a passi avanti importanti nell’utilizzo di questi apparecchi praticamente in condizioni notturne. E se la D750 si è rivelata un campione in questo senso, anche la D7200, con il sensore più piccolo e quindi capace di raccogliere meno luce, non tradisce le aspettative. Fino ad una sensibilità di circa ISO 1600 il rumore è presente -ma ininfluente anche al 100% di ingrandimento – fa la sua comparsa ma rimane sufficientemente controllato fino a circa ISO 3200, sensibilità oltre la quale inizia a diventare visibile tale da preferire l’applicazione di un filtro.
Alle sensibilità più alte, attorno ad ISO 10000 e poco oltre, il rumore è importante ma non compromette la qualità cromatica delle immagini. Naturalmente è in questo tipo di analisi che le prestazioni di una macchina come la D750 con il suo sensore full frame diventano marcatamente superiori, con una qualità degli scatti pressoché invariata fino a circa ISO 10.000, ma il confronto non è significativo. Visibile, invece, il miglioramento rispetto alla D7100, grazie soprattutto ad una maggiore uniformità delle immagini e della distribuzione del rumore.
Nel complesso la resa in termini di sensibilità per una APS-C sono fra le migliori sul mercato, e grazie alla evoluta funzione Auto ISO la versatilità della D7200 sotto questo profilo è un punto di riferimento.
Il controllo dell’esposizione è preciso ed efficace. Grazie alla funzione di bracketing avanzata, possiamo ora effettuare fino a 9 scatti consecutivi con variazione dell’esposizione a passi da 1/3 EV a 1 EV, estendibile fino a 2 o 3 EV nelle modalità a 3 e 5 scatti. Si tratta anche in questo caso di un passo avanti rispetto alla D7100, che era limitata a 5 scatti con passo massimo di 2 EV. Sono anche previste le funzioni di bracketing sul bilanciamento del bianco e, nuova aggiunta, sul D-Lighting e sul flash.
Sul fronte video troviamo invece meno modifiche rispetto al passato. È vero che è stata aggiunta la possibilità di riprendere in 1080p60, con ritaglio 1.3x come avveniva con la D7100 in modalità 1080i60, oltre che la possibilità di registrare video in time-lapse, ma per il resto non rileviamo ulteriori cambiamenti significativi.
Le prestazioni rimangono ottime dal punto di visita della qualità cromatica, e va segnalata la possibilità di usare la funzione Auto ISO in ripresa, cosa che permette di gestire al meglio le variazioni di illuminazione. Rispetto alla cugina D750, però, manca la funzione Power Aperture, ovvero la possibilità di controllare l’apertura del diaframma durante la registrazione. Un limite importante che obbliga ad uscire dal live view per reimpostare l’apertura, che avremmo gradito vedere superata. Non rileviamo infine variazioni o miglioramenti sul fronte dell’autofocus.
Grazie al proliferare in particolare delle nuove mirrorless, la lentezza e l’imprecisione dell’autofocus della D7200 in video si fanno notare maggiormente. È vero che le DSLR rimangono un prodotto di interesse in ambito video specialmente per un impiego evoluto, per sfruttare le dimensioni maggiori del sensore ed ottenere effetti di profondità di campo migliori, in condizioni in cui la messa a fuoco manuale insomma risulterà senza dubbio l’unica scelta possibile, (caso in cui, tra l’altro, l’unico strumento che viene in aiuto per focalizzare al meglio è l’ingrandimento dell’immagine sul display).
Dall’uscita HDMI è disponibile il segnale Full HD di tipo 4:2:2 ad 8 bit, per un monitor o per un registratore esterno (il display LCD rimane sempre in funzione).
Complessivamente la D7200 è un prodotto di ottimo livello, una scelta quasi obbligata per un Nikonista intenzionato ad aggiornare una reflex digitale DX delle prime generazioni, ed un’ottima scelta per chiunque sia alla ricerca di un prodotto completo, di notevole versatilità, con controlli manuali e personalizzabili fra i migliori della categoria.
L’esemplare in prova era parte di un bundle con obiettivo Nikkor 18-105mm f/3.5 – 5.6, dignitoso, più che adeguato per l’impiego quotidiano, ed una scheda di memoria Lexar SDHC UHD-I Classe 10 da 8 GB; il tutto, ad un prezzo allineato con la categoria del prodotto.