Come è noto, la visione di una qualsiasi opera audiovisiva – che si tratti di un corto o un clip, di uno spot pubblicitario o di un kolossal hollywoodiano – prevede anche una riproduzione sonora, caratterizzata da dialoghi e/o musica.
Il godimento di un film, ma anche di una puntata di una serie web, in altre parole, passa necessariamente per una qualità complessiva della riproduzione (cioè dalla resa di immagine e di suono) armonica e multisensoriale.
Non a caso nelle troupe ci sono figure professionali dedicate alla cattura e gestione del suono, persone che – come del resto tutte quelle coinvolte creativamente nella produzione – devono saper coniugare arte e tecnica.
In quanto a quest’ultima, come è ovvio, quando si parla di suono il primo elemento della catena da tenere d’occhio è naturalmente il microfono. Le moderne videocamere, almeno quelle di classe prosumer e professionale, sono dotate in genere di sistemi di cattura sonora per lo meno dignitosi, adatti ad un’utilizzazione di base.
Le videoreflex, al contrario, pur permettendo una grande qualità di immagine, sono spesso carenti sotto il profilo audio tout court.
Videocamere o reflex che si voglia, in ogni caso, un buon microfrono costituisce un buon punto di partenza per qualsiasi opera audiovisiva degna di questo nome.
Giovane, ma esperta
E proprio lo sviluppo del mercato delle video reflex ha dato nuovo impulso all’industria, che oggi offre diverse soluzioni di ripresa, con microfoni adatti a tutte le esigenze.
Uno dei marchi saliti alla ribalta negli ultimi tempi è sE Electronics, azienda piuttosto giovane ma già caratterizzata da una buona esperienza, in particolare nei modelli a condensatore (settore nel quale l’azienda vanta oltre un decennio di specializzazione).
sE Electronics di recente ha presentato una nuova serie di microfoni per DSLR siglata ProMic e destinata ad utilizzazioni di un certo livello. Il ProMic Laser, oggetto della nostra prova, è un microfono a condensatore di tipo shotgun, con diagramma polare super cardioide e risposta in frequenza dichiarata 20Hz-20kHz, studiato per l’installazione semplice e rapida sulla reflex attraverso la classica slitta hot shoe.
Bello e ben fatto
Diamo ora un’occhiata al materiale contenuto nella vivace scatola/ confezione. Il microfono vero e proprio – elegante e professionale allo stesso tempo, in livrea notturna con la ‘punta’ rossa – ha lo châssis realizzato interamente in alluminio, ed è costituito da due parti principali che si avvitano l’una sull’altra; aprendo l’unità diventa possibile l’inserimento di una batteria a stilo – tipo AAA, non fornita – per l’alimentazione. Nel leggero rigonfiamento centrale trovano posto due microinterruttori, uno per on/off e filtro Bass Cut (che taglia le basse frequenze, utile in caso di traffico, rumore della foto/ videocamera, ecc.), l’altro -10 dB, per ridurre il livello in ingresso in caso di sorgenti ‘esuberanti’.
Più che adeguata alla situazione la dotazione di accessori forniti nella confezione. Troviamo infatti la classica protezione di spugna, removibile, e uno shockmount custom per l’installazione diretta su camera/camcorder DSLR.
Questo è costitituito da due supporti elastici legati da una basetta che supporta l’adattatore per hot shoe. Completano la dotazione del ProMic Laser una leggera ‘sacca’ di protezione protettiva e un cavo per il collegamento del microfono alla foto/videocamera con due jack da 3.5mm (dorati, a conferma della cura posta nella realizzazione). La scelta del minijack, invece del più professionale LR, denota la volontà di creare un prodotto studiato specificamente per utilizzazioni di uso semplice con le fotocamere. Come accessori, sono poi disponibili aste boom e filtro antivento.
Come accennato, l’unità (ed i relativi accessori) è caratterizzata da una costruzione impeccabile; la stessa azienda, con orgoglio, afferma che tutti i microfoni della serie ProMic hanno capsule assemblate artigianalmente, a mano.
Alla prova dei fatti
Bello e ben costruito, d’accordo. Ma, alla resa dei conti, come si comporta questo microfono?
L’installazione è semplicissima, e il peso ridotto non crea alcun problema all’operatore; semmai, utilizzando il Laser e la macchina senza altri accessori, bisognerà ricordarsi della lunghezza ‘fuori norma’ dell’unità per evitare danneggiamenti.
A quanto abbiamo potuto appurare provando il laser con una reflex e con una mirrorless, la sensibilità è notevole, il rumore di fondo piuttosto ridotto; il funzionamento con alimentazione a batteria consente una soglia di guadagno piuttosto elevata.
Del resto è questo un vantaggio della costruzione con alimentazione a batteria (che può scaricarsi sul più bello…) rispetto ai classici microfoni ‘on-camera’ non alimentati.
Dal punto di vista timbrico, la resa sonora appare piuttosto asciutta, senza eccessiva enfasi, quindi adatta un po’ a tutti gli usi; l’estensione della risposta in frequenza non arriva certo ai teorici 20-20.000 Hz dichiarati (senza peraltro indicazione del range di decibel), ma sembra arrivare senza problemi a valori ‘confortevoli’, sia in basso che in alto.
Soldi ben spesi
In conclusione, questo microfono ha costituito senza dubbio una piacevole sorpresa. Innanzitutto per il design, la curata costruzione, la dotazione di accessoori, ma anche per la resa sonora, che permette, pur senza miracoli, di superare la resa dei classici microfoni incorporati nelle attuali video mirrorless e reflex.
Insomma, un accessorio indispensabile per chi abbia un minimo di ambizioni qualitative anche dal punto di vista del suono, ad un prezzo finale (125 euro + IVA di listino, che di fatto corrispondono a 120/125 euro ‘street price’) che non spaventa.